giovedì 12 agosto 2010

Deplatonizziamoci!

1. Attingere alle relazioni in corso tra candidati e tra candidati e formatori.

2. Attingere alle relazioni in corso tra formatori.

3. Attingere alle condizioni culturali e ambientali come spinte verso l'autoformazione (consapevole o meno).

4. Chiarire nella meta finale la componente escatologica (Nietzsche mi rimprovererà?), la componente storica, il rapporto tra queste due componenti e la tensione che ne nasce.

5. Scegliere azioni umanamente praticabili (ovvero capaci di attivare intelligenza, volontà e passioni del candidato così da farlo sentire invischiato nella gestione della sua libertà) che permettano la riformulazione critica costante e comunitaria delle relazione di 1 e 2  e l'esame critico con relativa scelta personale di liberazione delle condizioni di 3.

Mi autobiasimo per il residuo di platonismo nella componente escatologica (a meno che... essa non sia vista come la dimensione del gratuito donato che ci sovrasta) che finisce per incidere come ideale da dover raggiungere (a meno che... esso sia evento che accada in una relazione pro-vocante): date queste due parentesi, occorre introdurre grazia e chiamata. Come senza banalizzare l'una a intervento meccanico di Dio e l'altra a aspirazione soggettiva mascherata?

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