sabato 23 maggio 2015

Carissimo.../1

Carissimo,
sai bene che è da tanto che penso di scriverti. Ci riesco oggi perché la spinta della felicità è stata più forte delle altre precedenti spinte pensose e inquiete. Sono sorpreso, sono testimone di qualcosa che mi supera pur appartenendomi, almeno in parte, come servo inutile che si è scommesso in un'operazione più grande di lui (e proprio per questo impossibile da fare se non insieme).
Hai visto poco fa, naturalmente. È scattato qualcosa dentro il loro vissuto, non si può dire altrimenti. Sono felice per la semplicità e la trasparenza che manifestano, per l'accoglienza che riservano a quanto compi in loro, per il desiderio che emerge di continuare così. Avrei mai immaginato qualcosa del genere? Credo di no... quindi è vero che non prendo molto sul serio quanto mi dici e mi proponi, almeno non fino a certe profondità. Grazie perché vai avanti lo stesso e sai su cosa puntare per agire.
Continua così, per favore! Oggi è stato bellissimo capire che mi hai donato d'incontrare tre persone che rivelano un desiderio forte di non trascurare la risposta agli inviti che fai loro. Continua a rafforzare la vostra unione. Domani sarai tutto per loro: grazie! Tienile sempre d'occhio: farete grandi cose insieme!

venerdì 1 maggio 2015

The truth is a cave in a black mountain/2

“Death waits in all our futures,” I said.
She paused, there in the highest of the high lands, where the summer winds have winter on their breath, where they howl and whip and slash the air like knives. She said, “There was a woman in a tree. There will be a man in a tree.”
I said, “Will this mean anything to me?”
“One day. Perhaps.” She said, “Beware of gold. Silver is your friend.” And then she was done with me.
To Calum MacInnes she said, “Your palm has been burned.” He said that was true. She said, “Give me your other hand, your left hand.” He did so. She gazed at it, intently. Then, “You return to where you began. You will be higher than most other men. And there is no grave waiting for you, where you are going.”
He said, “You tell me that I will not die?”
“It is a left-handed fortune. I know what I have told you, and no more.”
She knew more. I saw it in her face.
Questo passaggio lo posto perché mi piace un sacco la descrizione dei venti estivi che hanno l'inverno nel loro respiro, e ululano e sferzano e squarciano l'aria come coltelli.
E poi, la morte. Il pensare la morte. L'accettare il morire. Il rendersi conto di dover morire. Ovvero, relativizzare se stessi, tutto quello che si è, assolutamente.

1 maggio 2015

Inizia il 41esimo maggio della mia vita. Mi è sempre piaciuto questo mese: primavera piena, non le pazzie di marzo e gli accenni di aprile (è la mia testa che schematizza i mesi così, ovviamente). E ancora: trampolino di lancio verso l'estate. Insomma, evviva maggio!

(Neanche una parola sulla valenza sociale di oggi? Beh, sostanzialmente sono d'accordo con la linea di pensiero che si sviluppa da questo documento fino a quest'altro, attraversando almeno altri sei testi ancora, oltre ad avere un suo compendio. Basta?).

The truth is a cave in a black mountain/1

“I am not here asking for directions. I seek a guide. And two travel more safely than one.”

Sinceramente, non avrei mai creduto che essere il dito che indica la luna potesse essere una funzione che una frase in inglese avrebbe distrutto nei pochi secondi che occorrono per leggerla. Certo, sono in un tempo della mia vita in cui vado comprendendo sempre più come potrebbero esistere livelli di empatia più alti (forse sarebbe meglio dire più profondi) e che raggiungerli non significa necessariamente confondere ruoli e annacquare rapporti. Ma la potenza di questa frase è tale da smantellare una visione fondata sulla responsabilità del direttore/guida per lasciarne intravedere una che mette a fondamento la relazione tra i soggetti e l'obiettivo e il percorso. Alla fine, mi sembra che posso anche affermare, sulla base delle suggestioni di tale frase, come la Chiesa sia un esempio di relazione di popolo in cui tutti abbiamo la possibilità di trovare una guida che viaggia con noi, in quanto la meta è unica, chi l'ha già intravista può esserne testimone credibile continuando il suo cammino insieme agli altri che vogliono percorrerlo, scoprendo che il viaggio è più sicuro (safe), cioè dà salvezza, cioè è ben impostato e orientato, non se lo si affronta in modo autoreferenziale e da indipendenti, ma se lo si compie insieme.

Ci sarebbe, un giorno, da riflettere sui vari livelli dell'essere guida (fino a giungere al livello Magistero).