venerdì 16 ottobre 2015

I miei soliloqui a volte hanno una colonna sonora - 7 (varie)

Sono stati giorni turbolenti, gli ultimi.
Dimentico spesso il potere di far decantare pensieri e sensazioni che certi brani musicali esercitano su di me. Stelvio Cipriani con il suo Anonimo veneziano, in questo momento, non solo mi disintossica da discussioni e ragionamenti previ e successivi, ma anche un po’ dalla stanchezza dovuta al susseguirsi continuo, senza interruzioni, di incontri, impegni, attività.
Cuore mio, hai fatto la fine di quello di santa Marta?
L’hai fatta già anni fa?
In questo momento, mentre ascolto musica, riesco a diventare un po’ Maria?
Riprendo in mano la risposta di Serena, ieri, alla domanda su cosa stesse effettivamente chiedendo.
“La misericordia di Dio”.
Prima di tutto, prima di ogni singola cosa.
Sappiamo che misericordia Dei è infinitamente più che ricevere l’assoluzione dei peccati, fare una confessione, dire un atto di dolore…
È lasciare che Dio stesso ti partorisca di nuovo, è scoprire il bisogno di essere rigenerato, è imbattersi nei propri limiti creaturali e nei propri peccati come artigli che vogliono lacerarti prima che tu riesca a nascere come uomo vero.
Misericordia di Dio: è piangere perché un soffio nuovo ti attraversa la mente e il cuore e il corpo tutto bruciando ciò che ti ha impedito di respirare il bene.
Dio Misericordia nel suo grembo mi accoglie seppur io sia deforme e mi partorisce rinnovato.
Saprò vivere confessione, atto di dolore, assoluzione e tanto altro così?

Intanto, il mio computer è passato all’adagio del Concerto per oboe in Re minore di Benedetto Marcello, poi a Mamma mia degli Abba e a Gift di Elisa.
Gift, cioè dono...

Nessun commento: