venerdì 10 marzo 2017

Così, per scrivere!

L'altro giorno ritrovarmi a scrivere un post sul blog mi ha fatto bene. Quindi, anche se non ho niente di eccezionale da scrivere, mentre sono collegato e su queste pagine, butto giù due righe. Solo per scrivere, per creare quel bellissimo contatto mente-dita-parole sullo schermo che è un ritrovar me stesso. Ed è un bel ritrovarsi. Per caso qualcuno sta canticchiando Battisti, dal minuto 2:32 al 2:43?

mercoledì 8 marzo 2017

Mimose melanconiche

Melanconicamente, ovvero unendo struggimento del cuore e nostalgia e un pizzico di tristezza, auguri a tutte le donne che sbirceranno qui, auguri con le parole di un testo di Ungaretti intitolato La madre, che trovate commentato qui e qui, testo, appunto, melanconico, ma che ho scelto convinto che a voi, donne, appartiene un modo tutto vostro di salvare il mondo.
Inutile negare che in questi tre anni a San Luigi ho conosciuto diversi tipi di genitori (inseriamo un po' anche i papà): interessati, coinvolti, desiderosi di restare ai margini, presenti, quasi mai visti, reattivi, indifferenti. Va così, la vita è varia: ma è anche limitata temporalmente (si muore, insomma, prima o poi) e allora quando inizieremo a vivere per donare senso alla vita delle persone che amiamo?
A voi, donne, appartiene un modo tutto vostro di salvare il mondo, ripeto, cioè di donare senso alla vita di chi vi incontra, sia nel vostro essere madre (come quella di Ungaretti che lui immagina nell'intercessione finale e nell'atto di farlo rinascere a vita nuova), sia da sorelle, amiche, insegnanti, casalinghe, maestre, zie, regine, impegnate in politica, nel sociale, nel volontariato, in chiesa, atee, credenti, indifferenti, nonne, cugine, ballerine, attrici, badanti, e così via, fino ad esaurire ciò che avete fatto, fate e farete nella storia, senza che si esaurirà il vostro essere generatrici di salvezza. Alzate le vostre mani, vi prego! Abbiamo bisogno seriamente del vostro essere statue capaci di reggere il dramma del senso della vita, perché le vostre mani alzate ci mostrino ancora una volta che la vita ha senso.

E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra 
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano. 

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto, 
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

P.S.: se volete, qui trovate gli auguri del passato!