Francesco
d’Assisi, giovane, ricco, di successo, re delle feste degli amici: la storia si
ripete.
Oggi sarebbe uno di quelli che finiscono per avere un sacco di fan e “seguaci”
su facebook, instagram, musically (o cmq si scriva), sarebbe un giovane di tendenza,
capace di attirare su di sé l’attenzione degli adulti con i suoi gesti nobili
(vorrebbe diventare cavaliere, uomo d’arme che ricerca la giustizia) e pieni di
buon senso (“i lebbrosi con i lebbrosi, diamine, mica noi giovani di Assisi
possiamo perdere tempo con loro, sporchi, brutti e puzzolenti”, citazione
immaginaria ma possibile, visto che Francesco aveva una paura viscerale dei
lebbrosi).
Poi, la
guerra contro Perugia, la prigionia e la malattia: un lungo periodo di riflessione
o, meglio ancora, di ricerca interiore, di ritorno in se stesso.
E,
finalmente, l’incontro con Cristo. E tutto cambia, in peggio!
Da giovane
pieno di vita, morirà a soli 44 o 45 anni, cieco, ridotto
all’immobilità, pelle ossa, straziato dai dolori in tutto il corpo.
Da ricco
mercante, sceglie di vivere la povertà, ovvero abitare in tuguri, vivere di elemosina, mangiare
e bere scarsamente, dormire per terra solo con la tonaca, rifiutare tutto
quello che può costituire comodità.
Dal successo
tra gli amici, che aveva guidato nei loro divertimenti e che lo sceglievano
come re della festa, passa a servire un Dio che gli chiede di servirlo
attraverso innumerevoli tribolazioni, angustie e lotte per entrare nel Regno dei cieli.
Da possibile cavaliere acclamato per qualche nobile impresa, diventa uno straccione che si confonde tra lebbrosi e poveri per aiutarli e dar loro quello che ottiene chiedendo l’elemosina.
Da possibile cavaliere acclamato per qualche nobile impresa, diventa uno straccione che si confonde tra lebbrosi e poveri per aiutarli e dar loro quello che ottiene chiedendo l’elemosina.
Povero
ragazzo… chi ti ha rubato i sogni della tua giovinezza?
Perché non hai
ascoltato tuo padre?
Hai perso la
tua vita! Ti avremmo ammirato per la tua capacità di divertimento sfrenato, ti
avremmo invidiato per la tua ricchezza, ti avremmo imitato per avere successo e
amicizie importanti: hai rovinato tutto rinunciando ad ogni cosa.
E tutto
questo per colpa di Cristo, che hai servito in ogni uomo e lodato per ogni creatura.
Pazzo, Francesco, sei un pazzo che ha vissuto fino alla fine come se nulla in questa vita vale senza Cristo
e Cristo (solo Lui, non quello che ci si aspetta da Lui) è il tesoro della
vita!
Saremo troppo
pigri almeno per iniziare a riflettere se fu davvero pazzia?
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