23 novembre 2013, ore 00.25
Di lunedì mattina per tanti con fatica ricomincia la settimana.
A me il 18 novembre è capitato che con fatica si rimettesse in moto una certa prospettiva esistenziale.
E questa data va fissata, come il 13 settembre 2005. Peccato non ricordare l'altra, quella delle prime lacrime improvvise, impreviste, apocalittiche perché rivelatorie di quanto vissuto nei precedenti 5 anni e perché resero umido un periodo di trasformazione sul quale ben presto calò la tenebra peggiore. Furono le lacrime di quella data ormai poco precisa, insieme a quelle di cui parlo qui e a quelle intermedie del giorno del XXXVII anniversario di matrimonio dei miei, a non permettere alla tenebra di soffocarmi.

...e quando Hathi, l'elefante selvaggio che vive cento anni e più, vide affiorare una lunga e sottile cresta di roccia azzurrina, proprio nel bel mezzo della corrente, capì che quella era la roccia della pace ed immediatamente alzò la proboscide e proclamò la "tregua dell'acqua" [...]. Secondo la Legge della giungla è punito con la morte chi uccida ai posti d'abbeverata, una volta dichiarata la tregua dell'acqua. (dal racconto Come nacque la paura, in La giungla nel branco)
sabato 24 ottobre 2015
18 novembre 2013 - Di lacrime e di tenebra
venerdì 16 ottobre 2015
I miei soliloqui a volte hanno una colonna sonora - 7 (varie)
Sono stati giorni turbolenti, gli ultimi.
Dimentico spesso il potere di far decantare pensieri e
sensazioni che certi brani musicali esercitano su di me. Stelvio Cipriani con il
suo Anonimo veneziano, in questo momento, non solo mi disintossica da discussioni
e ragionamenti previ e successivi, ma anche un po’ dalla stanchezza dovuta al
susseguirsi continuo, senza interruzioni, di incontri, impegni, attività.
Cuore mio, hai fatto la fine di quello di santa Marta?
L’hai
fatta già anni fa?
In questo momento, mentre ascolto musica, riesco a diventare
un po’ Maria?
Riprendo in mano la risposta di Serena, ieri, alla domanda
su cosa stesse effettivamente chiedendo.
“La misericordia di Dio”.
Prima di
tutto, prima di ogni singola cosa.
Sappiamo che misericordia Dei
è infinitamente più che ricevere l’assoluzione dei peccati, fare una
confessione, dire un atto di dolore…
È lasciare che Dio stesso ti partorisca di nuovo, è scoprire
il bisogno di essere rigenerato, è imbattersi nei propri limiti creaturali e
nei propri peccati come artigli che vogliono lacerarti prima che tu riesca a
nascere come uomo vero.
Misericordia di Dio: è piangere perché un soffio nuovo ti
attraversa la mente e il cuore e il corpo tutto bruciando ciò che ti ha impedito
di respirare il bene.
Dio Misericordia nel suo grembo mi accoglie seppur io sia
deforme e mi partorisce rinnovato.
Saprò vivere confessione, atto di dolore, assoluzione e
tanto altro così?
Intanto, il mio computer è passato all’adagio del Concerto
per oboe in Re minore di Benedetto Marcello, poi a Mamma mia degli Abba e a
Gift di Elisa.
Gift, cioè dono...
Gift, cioè dono...
lunedì 5 ottobre 2015
I have a dream
Ieri, 4 ottobre 2015, a dieci anni da Roma, consapevolezza del pomeriggio: sto realizzando il sogno della mia vita. Beatitudine onirica con fatti reali a sostenerla. Grazie a chi lo sa e partecipa al sogno, grazie anche a chi non sa che sta partecipando a tale sogno.
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