venerdì 25 settembre 2020

26 settembre 2020

Domani, nel 1933, nasceva mia nonna Sina (Crocifissa Papa). La sua mamma si chiamava Giuseppina Cannizzaro (sperando di non sbagliare). Non credo di aver mai saputo nulla del suo papa e dei suoi nonni. Sono qui a scrivere di lei, di mia nonna, perché mi piace fissare da qualche parte il mio pensiero che non la dimentica, la mia preghiera per lei e sentirla vicina con la sua preghiera per me, in questo anno difficile, con le cose più semplici e belle rese complicate. Pensare a mia nonna mi porta la soddisfazione di tutto il bene (e il buono, inteso proprio gastronomicamente) che mi voleva.

Domani, nel 1926, nasceva il mio prozio Nené (Emanuele Di Giacomo). Compirà 94 anni, portando avanti la tradizione di famiglia (la mamma Catena e il fratello Giovanni morirono a 92 anni, la sorella Pina a 91, la sorella Maria - l'altra mia meravigliosa nonna - a 96 anni, 6 mesi e 4 giorni). Lunga vita allo zio Nené, testimone vivente di un mondo dal quale vengo e al quale appartengo e che, dimenticandomi di esserne discendente, penso non ci sia più. Lunga vita alla sua positività e allegria di persona semplice figlia di una società non ancora consumista, non ancora edonista, non ancora materialista, che solo da quasi due anni, per uno di quei controsensi della nostra fragile esistenza che vede i genitori sopravvivere ai figli, ho visto incrinarsi e trasformarsi in tristezza e malinconia.

Domani, nel 2016, Myriam Tamba, nel cui dna c'è la storia di un pezzo d'Africa, faceva quello che voleva nascosta nel grembo materno (nacque a novembre). La mia immaginazione galoppa sorridente all'infinito senza fermarsi al pensiero di cosa le mie nonne e sue bisnonne avrebbero combinato con lei e per lei... altro che globalizzazione e meticciato e "scontri" di civiltà!

Domani, nel 2020, spero di svegliarmi lieto a causa di chi mi precede e di chi mi segue.