martedì 14 dicembre 2021

Che anno è?

Io in cucina a Vittoria in via Primo Levi impegnato a lavorare, mio padre di là in salotto che suona la tastiera elettrica. Da quanto tempo... o non è passato il tempo? Sono davanti a un MacBook e sto lavorando per il noviziato del Rg2, non per qualche interrogazione del liceo... segni inequivocabili da terzo millennio... gli anni '90 del XX secolo sono davvero ormai passati da un pezzo...

Ma a me ancora capita (per motivi di salute) di ritrovarmi in cucina a Vittoria in via Primo Levi impegnato a lavorare mentre mio padre di là in salotto suona la tastiera elettrica... come certe cose non passano  col tempo!

Caro noviziato Rasta.../3

Chi capita qui, può capire meglio se prima clicca e va a leggere Caro noviziato Rasta.../1.

...non vi è rimasta la curiosità di sapere cosa significa il detto sul legaccio del sandalo?

Non è un modo di dire per farsi umile.

È un richiamo a una norma matrimoniale ebraica.

Ve la faccio breve: Giovanni sta presentando il futuro Messia come lo sposo dell'umanità e sta chiedendo di non fare confusione.

Come a dire: "Non cercate me, Giovanni, se volete trasformare la vostra vita in una festa di matrimonio. Io ho un amico disposto a far questo, ma non sono come lui. Quindi, preparatevi ad accogliere il Messia, quello vero. Lui sì che se ne intende di matrimoni".

Pensare al Messia come sposo significa pensarlo come la persona che ti sceglie e tu scegli per condividere tutta la vita insieme.

Anche qui, domanda: ma Gesù ha confermato questo modo di vedere di Giovanni? I Vangeli ce lo presentano così? E per me, per te, per chi volesse prendere sul serio questa possibilità (Gesù come Colui con cui condividere tutto), cambia qualcosa?

Caro noviziato Rasta.../2

Chi capita qui, può capire meglio se prima clicca e va a leggere Caro noviziato Rasta.../1.

...ci siamo lasciati chiedendoci: frumento o pula? Guidi da te la tua canoa o la lasci trasportare dal vento (specifichiamo un poco: vento delle mode, del "così fanno o pensano tutti", del più forte, del più affascinante, del più divertente, del più comodo, del più facile, ecc. ecc. ecc.)?

Ma può essere interessante, per chi è interessato a capire davvero i Vangeli (sia interesse culturale, sia perché vuole vivere davvero la fede in Cristo), chiedersi se Giovanni il Battista ha avuto un'idea di Messia che poi Gesù ha davvero realizzato.

Intendiamoci: nei Vangeli è presente Giovanni il Battista perché Gesù stesso lo ha riconosciuto come il suo precursore, come colui che predicando e battezzando gli ha permesso di entrare in scena. I Vangeli sono un annuncio su Gesù, non un insieme di insegnamenti e belle cose su santi e madonne tra cui Giovanni.

E allora, era veramente Gesù il Messia che Giovanni annunciava? Gesù è stato Messia come Giovanni immaginava?

Ti lascio queste domande, pensaci un po' se vuoi, prova a cercare nei vangeli. Per curiosità, oppure per dare alla tua fede una base più forte, oppure perché sei di quelli che pensa che le domande esistono per farle diventare sempre risposte.

Caro noviziato Rasta.../1

 ...tra sabato pomeriggio e domenica abbiamo ascoltato questo testo: Lc 3, 10-18.

C'è una frase che pare sia rimasta poco chiara, il versetto 17: Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile.

Vi propongo alcuni passi per provare a chiarirla un po':

1. chi la dice? Giovanni il Battista (il battezzatore);

2. ma chi è costui? Colui che battezzava nel Giordano, lo dice pure il suo nome!

3. e perché battezzava? Perché aveva convinto tanta gente che ormai il Messia (l'eletto di Dio - tipo Matrix 1, 2, 3, forse 4, per chi sa di cosa parlo) stava per arrivare e questa gente voleva pulirsi un poco la coscienza prima di incontrarlo (non si sa mai);

4. il suo obiettivo era stabilire il nuovo record mondiale di battesimi fatti nella vita? No, il suo obiettivo era far nascere questa domanda nel cuore della gente: e se veramente Dio viene ad incontrarmi attraverso il Messia, lo saprò accogliere?;

5. per raggiungere questo obiettivo, visto che Giovanni parla in un ambiente ebraico, prima ancora di battezzare, cerca di far riflettere la gente a partire da cose che sanno già, come la frase sul legaccio del sandalo e quella della pala e della paglia: sono due modi dire, due proverbi che Giovanni applica al Messia, secondo il suo modo di immaginare il Messia;

6. e come lo immagina il Messia? Forte, come un contadino esperto che non si stanca finché con la pala (cioè il ventilabro, che puoi vedere qui) non ha purificato tutto il frumento dalla paglia (cioè la pula che avvolge il frumento e che il vento disperde quando con il ventilabro il frumento è lanciato in alto). Per la paglia non c'è speranza con questo Messia, perché quella che si accumula nel campo brucerà nel fuoco! Giovanni a questo punto ti chiederebbe: vuoi essere frumento o paglia? E B.-P. gli farebbe eco: guidi da te la tua canoa oppure ti lasci trascinare dal vento come la pula e ti accontenti di una vita senza arte né parte?;

7. abbiamo finito? Sì, se vuoi, altrimenti potresti andare prima qui e poi qui.

lunedì 4 ottobre 2021

Dire, fare, baciare, lettera o... Testamento?

Piccolino: così si definisce san Francesco nel Testamento che scrisse pochi mesi prima di morire.
Ci lascia, così, una grande eredità, forse l'essenziale della sua grande eredità. E, come dice bene l'autore del Piccolo Principe, "l'essenziale è invisibile agli occhi".
Poverello, fratello universale, costruttore di pace, amante della natura, riformatore, "santo" (tra virgolette nel senso miracolistico e sovrumano del termine) magari anche anticonformista, ribelle, precursore di chissà cosa... chi di noi ha mai sentito parlare di san Francesco piccolino?
Se non si legge il Testamento o altri passi delle Fonti Francescane nei quali è presente letteralmente questa definizione o emerge con forza (cito, per esempio, a memoria un passo che nella memoria collettiva e a causa anche del bellissimo Forza Venite Gente è molto romantico e poco drammatico: "Quando il frate portinaio ci riconoscerà  e ci caccerà dicendo: -Francesco, va via, non abbiamo bisogno di te, illetterato e ignorante, abbiamo molti migliori di te!-, allora, frate Leone, scrivi che è perfetta letizia), l'essere piccolino di Francesco resta invisibile.
Ora, che l'essenziale resti invisibile fa parte, direi, del suo mestiere. Ma il mestiere di chi vuole conoscere e comprendere qualcosa o qualcuno è proprio quello di tuffarsi verso l'essenziale, attraversando quello che sorge dall'essenziale. Arrivati alla sorgente, tutto quello che abbiamo attraversato lo comprenderemo meglio.
A mio parere, più leggo le Fonti, più cerco di capire Francesco, più capisco meglio il suo percorso grazie al suo chiamarsi "Francesco piccolino".
Poco fa ho conosciuto tramite foto un neonato di appena tre giorni. Il 29 settembre è nata mia cugina. Che risorse hanno questi bimbi in questo momento?
Sono poveri di tutte le capacità intellettive e relazionali che svilupperanno crescendo nel rapporto con i genitori e i parenti e tutti gli altri e ricchi solo di tale rapporto
Sono guardati con tenerezza anche dagli estranei perché in ogni bimbo che nasce in qualche modo proiettiamo le nostre speranze ancora attive o ormai svanite, rendendolo così un fratellino che può continuare quello che noi vorremmo o avremmo voluto realizzare.
Sono inermi e pacifici, miti e totalmente (fisicamente e mentalmente ed emozionalmente) abbandonati nelle mani degli altri, armati solo di quell'arma inoffensiva che è il pianto (va bene, l'udito, il sistema nervoso, il sonno dei genitori forse sono vittime di una guerra atroce, ma il pianto è un linguaggio, non un capriccio).
Sono un germoglio della natura di cui prendersi cura custodendoli nei loro bisogni primari (fame, sete, pulizia, sonno), evitando sovrastrutture (che forse ormai non evitiamo più).
E qui mi fermo.
Poverelli, fratellini, pacifici, immersi ancora (senza potersi porre di fronte) nel loro essere parte del creato tanto da aver bisogno di cure come e più di un albero o di un cucciolo.
Fu nell'accettare di essere figlio del Padre di Gesù di Nazaret e nello scoprire che la cifra di questa relazione sta nel farsi "piccolino" che Francesco d'Assisi scoprì se stesso.
Fu nel farsi piccolino che Francesco si scoprì ricco del rapporto con il Padre celeste e non ebbe più bisogno di nulla.
Fu nel farsi piccolino che Francesco si scoprì fratello degli altri piccoli figli dello stesso Padre (i lebbrosi, innanzitutto, che il suo sentirsi "grande" non poteva accettare, guardare, accogliere senza essere messo in crisi e che imparò a servire costantemente, ma anche i frati che lo misero in crisi, sintetizzati nel frate immaginario che lo caccia di cui sopra).
Fu nel farsi piccolino che Francesco divenne come Gesù anche nel corpo donato agli altri nonostante la sofferenza: è per farsi piccolino che il Verbo di Dio si incarna (si svuota, dice san Paolo in Filippesi 2, 7) e diventa Gesù nostro fratello anche nella carne, nel dolore, nella morte in croce.
Fu nel farsi piccolino che Francesco si scoprì immerso nell'abbraccio del Padre che lo riempie dei doni del creato.
San Francesco piccolino, tu che in Cristo, con Cristo e per Cristo realizzi in pienezza il senso del salmo 131, prega per noi: possiamo davvero, nelle gioie, nelle speranze, nei dolori e nelle angosce di ogni giorno, abbandonarci come bimbi svezzati all'abbraccio del Padre.

PS: san Francesco qui nel blog lo trovi anche nei seguenti link.

lunedì 6 settembre 2021

Nomadelfia/5

Chi vive a Nomadelfia, secondo una legge di fraternità  e disinteresse, può apparire strano, eccessivo, quasi indisponente. Di qui - perché negarlo? - certo diffuso scetticismo, o addirittura diffidenza, o perfino sospetto che laggiù a Nomadelfia, con la scusa della filantropia, si pratichi una sorta di non dichiarato comunismo.

E molti, che in un primo momento si erano entusiasmati e, se avessero obbedito al cuore, avrebbero aiutato quell'opera grandiosa, hanno trattenuto la mano che stava già per tendersi. Perché queste riserve? Negli ultimi tempi Nomadelfia ha sentito intorno a sé qualche freddezza...

O può trattarsi anche di paura. Per non udire le sirene Ulisse si turò le orecchie con la cera. Similmente alcuni, a sentire parlare di sante opere come Nomadelfia, volgono altrove il capo, spaventati. Una specie di istinto di conservazione li trattiene. Guai se ascoltassero, forse quella voce li trascinerebbe. E, se obbedissero, per loro, uomini di mondo, finora tesi soltanto ai soldi, alla vanità, al potere, sarebbe in certo senso la rovina.

DINO BUZZATI, in Corriere della Sera, 17 marzo 1950 (riportato in Nomadelfia è una proposta, 52, 2019-1, p. 20)

mercoledì 11 agosto 2021

2010-2021

Vado a cercare il primo post e scopro che ha la data di oggi... che poi io ricordo sempre 10 agosto, chissà perché... e quindi sono passati 11 anni... anche il blog invecchia, non solo colui che vi scrive!


Condivisioni estate 2021 post(?)covid ai consiglieri/1

Rut 2: 10Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: «Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?». 11Booz le rispose: «Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi».

San Francesco d'Assisi, Testamento del 1226 (FF110): Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo. E in seguito, stetti un poco e uscii dal secolo.

Booz e Francesco sono testimoni di un percorso che il Signore fa compiere loro finché non rinnovano lo sguardo.
Uno sguardo nuovo donami, o Signore!

Uno sguardo nuovo che non si lasci schiacciare dalla pesantezza dell'accaduto, ma sappia generare misericordia, nonostante tutto. L'orizzonte è dato da questi due versetti del vangelo secondo Matteo:
23,11Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

Quali segni amari il lungo periodo del covid sta lasciando in noi?
Ho bisogno di essere sostenuto? La comunità può offrirmi sostegno? Di che tipo?
È necessario da parte nostra uno sguardo nuovo sulla vita della nostra comunità?
Ritengo che forme o strutture o attività della nostra comunità hanno bisogno di essere ripensate?

martedì 10 agosto 2021

Condivisioni estate 2021 post(?)covid ai consiglieri/intro

Carissimi,

stamattina, preparando quanto devo per un campo scuola che inizia il 21 agosto, mi sono sentito ancora una volta (diciamo che negli ultimi mesi ci prova tutti i giorni, perché ho imparato a fare orecchie da mercante) punzecchiato da nostro Signore (permettetemi questa espressione che non uso mai, ma mi piace parecchio e quando la sento da Salvatore vi noto una sfumatura d'affetto che mi fa provare nostalgia... non mi dilungo...).

Quindi, da domani, quando potrò (magari non ci sarà neanche un dopodomani), invierò dei link in questo gruppo in cui sono presenti i membri del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio parrocchiale per gli affari economici e alcuni laici impegnati in diverse realtà parrocchiali.

Li potete ignorare, li potete solo aprire e leggere, ma se provate un'attimo a starmi vicino riflettendo anche voi, forse mi aiuterete ad uscire dalla palude in cui, come parroco, mi sento immerso dal maggio del 2020.

Messa così, sembra una richiesta d'aiuto personale. Lo è. Ma aiutare il parroco in quanto parroco significa non solo aiutare una persona in difficoltà, ma anche tutta la parrocchia. Se davvero ci teniamo alla nostra parrocchia, è arrivato il momento di rendere manifesto quanto ci teniamo.

Grazie a chi potrà, rispondendo in questo gruppo, dare un contributo. Grazie a chi, per dare un contributo, coinvolgerà la realtà in cui è inserito (per esempio, tutto il coro, tutta la comunità capi, tutti gli educatori dell'iniziazione cristiana, i genitori dei ragazzi...).

Spero, così, di non cedere del tutto alla rassegnazione che buona parte della mia mente e del mio cuore ha catturato.

P.S.: potremmo già da adesso ipotizzare un consiglio pastorale allargato a settembre?

lunedì 24 maggio 2021

Solo per tirarmi su...

...di morale... Carpi come Nazareth e Betlemme, terra forse sconosciuta, ma fertile di santi...






(nelle foto, p.7-8 della rivista Nomadelfia è una proposta, 1-2021)

venerdì 21 maggio 2021

Cari parrocchiani, capita a tutti...

... di leggere una frase e ritrovarsi a pensare. Ho letto che in un evento qualcuno ha detto: È bello abitare alla presenza di Dio!

E ho pensato: Abitare in senso forte, sentire cioè la propria esistenza quotidiana, momento dopo momento, non come espropriata di una casa e alla mercé di intemperie e inattese situazioni di pericolo, perché sei sempre nella casa di Dio e Lui, ospite amabile e amorevole, sa come metterti a tuo agio e quando e dove palesare la sua continua presenza.

E voglio scrivere: È bello vivere alla presenza di Dio!

giovedì 6 maggio 2021

Ancora Luce!

Da La Carità. Periodico del Boccone del Povero, Luglio-Settembre 2014, n. 3, p. 16-17.


Nella foto, una traduzione di parte dell'originale di cui esiste una mia integrale prova di traduzione (e che si trovano in https://elefantesapiente.blogspot.com/2013/01/2013-e-2.html).

E se gli effetti di tale Luce fossero quelli di rendere i sorrisi e gli occhi come quelli del bimbo a destra? 

Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre.
Salmo 131

mercoledì 5 maggio 2021

Cari parrocchiani, il 19 aprile è morta...

 ...una mia prozia.

Domenica 18 aprile il vangelo aveva in serbo per me tre verbi e il papa me li ha consegnati: guardare, toccare, mangiare.

La conferma la trovate qua: http://www.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2021/documents/papa-francesco_regina-caeli_20210418.html

Il terzo verbo è quello che riempie di speranza la sensazione che ho provato quando abbiamo tumulato la zia giorno 21: il cimitero è ormai diventato il luogo in cui mi aspettano tanti che ho conosciuto (da bambino invece era il luogo dove andare a trovare chi non avevo conosciuto).

A questo punto direte che "mangiare" non è verbo per queste situazioni: non lo dite a me, ditelo al vangelo, ditelo al papa.

sabato 3 aprile 2021

Sabato Santo


Altare spoglio...

Croce in evidenza...

Il sabato del silenzio si avvia quieto al tramonto.

La notte custodisce l'improvviso germogliare di una luce nuova.

Fammi aprire gli occhi e gioire di Te!

----------------------

Buona Pasqua, qualunque sia il giorno in cui passate di qua!

venerdì 2 aprile 2021

Oblio

Non abbiamo parole.

Non abbiamo gesti.

Non abbiamo amore.

Nulla per dimenticare

veramente

che la Croce,

la Tua,

è Via di Risurrezione.

Aiutaci a percorrerla,

sempre,

ascoltando la Tua Parola,

accarezzati dai Tuoi gesti,

accogliendo il Tuo Amore.

----------------------------

A proposito, oggi è Venerdì Santo.

martedì 9 marzo 2021

9 marzo, the day after

Ieri ho realizzato che quella che è detta comunemente Festa della Donna, si chiama in effetti Giornata Internazionale della Donna.

Mi fermo, anche oggi, a contemplare l'universo femminile. Non è difficile per me, ogni giorno almeno un raggio di luce mi arriva da quella che per me è la Donna per eccellenza... poi, per andare più terra terra, anche mia nipote ha riccioli, sguardi, modi di fare e parlare che mi suscitano contemplazione). 

Oggi, però, l'universo femminile mi si concentra in Doha Sabah Abdallah (le parole che ha detto al papa si leggono su https://www.agensir.it/quotidiano/2021/3/7/papa-in-iraq-a-qaraqosh-la-testimonianza-di-una-donna-che-ha-perso-suo-figlio/ e altro su di lei invece su https://it.aleteia.org/2021/03/08/doha-sabah-iraq-papa-perdono-ucciso-figlio/).

Grazie, madre di misericordia, per la tua testimonianza di donna che vive davvero unita a Cristo.

Grazie per le domande scomode che mi fai porre sulla mia fede troppo comoda.

Perdona anche me, perché dal calduccio di un tran tran mascherato da cristianesimo qui a Ragusa non riesco a tener desta in me la memoria delle vostre sofferenze e la fiamma della preghiera e della carità per starvi vicino...

Na sira, ppi strata

U sciauru ca pizzica nna ll’aria,

fimmina prena ca si sgrava

duoppu misi ri cura e r’attinzioni,

mi vasa

e ‘nta la faccia canciu tuttu

e arriru comu sciuri arriri

quannu si rapri ppi l’uocci ri cu passa,

u viri e s’arricria ppi ssi culuri,

ssi petali, ss’amuri.

Il 10 maggio 2014 abbiamo mangiato insieme in pizzeria io, papà, mamma, Daria, Capi, Rosanna, Carmelo, Marco, Elisa, Cristina, a Modica. Mentre tornavo a Ragusa, probabilmente intorno alle 23, dai finestrini aperti della Multipla entrava un’aria densa di pollini o chissà cosa, non semplicemente profumata, ma corposa, come se nel naso non ti entrasse semplicemente il soffio di qualcosa, ma quel qualcosa stesso portato dentro il suo soffio.

Ecco l’immagine dell’aria come donna incinta partoriente, che prese forma pian piano, come tutta questa breve composizione, da quella sera fino a oggi, 28 maggio 2014 (scopro un file datato 28 maggio 2010: il mio compleanno è foriero di poesia!). Qui sotto, alcuni momenti verso la versione definitiva, momenti appuntati su un telefono (il Nokia speditomi da Lidia dopo la Pasqua di quest’anno). Prima o poi, forse anche oggi, il testo in dialetto finirà sul blog, senza spiegazione, ma con un’annotazione riguardo alla possibilità di verifica dell’esatta grafia delle parole siciliane e della corretta traduzione.

U sciauru ca pizzica nna dda fimmina prena ca è l'aria a stasira -nna ll'aria- -nall'aria/ca è fimmina prena a stasira,

-fimmina prena ca si sgrava- accussì prena ca ura è ppi sgravarisi

duoppu misi ri cura e r'attinzioni,

mi vasa e 'nta la faccia canciu tuttu

e arriru comu sciuri arriri

quannu si rapri -mi a vucca mi smovi comu sciuri ca si rapri- ppi l'uocci ri cu passa,/ u viri e s'arricria ppi ssi culuri,/ ssi petali, ss'amuri.

Ecco, quando si dice meglio tardi che mai (visto che tutto questo arriva sul blog dopo quasi 7 anni)! Ho fatto copia e incolla di quanto trovato su un file di Word (lasciando la spiegazione e non mettendo alcuna annotazione su grafia e traduzione).



giovedì 28 gennaio 2021

GMG 2016 Cracovia/2

Gmg16/1; 23 luglio: Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Gmg16/2; 24 luglio: misericordia è pazienza continua.

Gmg16/3, 25 luglio: come sempre in questi casi, finisco per non aver completato lo zaino, andare a letto tardi, non avere voglia di dormire. Ne approfitto per chiedermi chi sono e perché voglio partire. Mi serve per definire la meta e non girare a zonzo. Mi serve per decidermi ad essere pellegrino e non turista, desideroso di crescita e non di tenere stagnante il mio modo di pensare e di fare. Auguro a tutti di partire per tornare cresciuti e più maturi.

Gmg16/4, 25 luglio: siamo in viaggio, già in areoporto a Catania. Volti che ci passano accanto, mentre i nostri sguardi li sfiorano distrattamente. Noi verso la meta in Polonia, gli altri verso le loro. Eppure, non saremmo volto, non saremmo sguardo senza essere stati, prima di tutto, voluti dalla Misericordia.

Gmg16/5, 26 luglio: nella memoria dei genitori della Vergine Maria, ebrea figlia di ebrei, passare dal quartiere ebraico, con il suo cimitero, le sue sinagoghe, i segni della presenza degli ebrei in questa città di Cracovia, significa fermarsi per ricordarci delle radici ebraiche della nostra fede, riflettere sulla storia della salvezza che Dio ha condotto attraverso Abramo e i suoi figli, pregare perché tutti rispondiamo positivamente alla chiamata di Dio a vivere da fratello di ogni altro uomo.

Gmg16/6, 26 luglio: ecco le prime prove,  la strada, la pioggia, il fare i conti col buono o cattivo equipaggiamento, il cercare la strada di sera mentre si fa sempre più notte e né tram né altro facilitano un ritorno veloce a casa. Complimenti alle ragazze di San Luigi... c'è l'hanno quasi fatta a trovare sempre perfetta letizia.

Gmg16/7"0 

...fin qui (e così), i ritrovamenti on line su Evernote.

Cosa aggiungere dopo quasi cinque anni? I ricordi si affollano, in modo sparso... magari seguiranno altri post

GMG Cracovia 2016/1

Che sorpresa! Mentre cancello un po' di vecchie mail, vien fuori un'etichetta Evernote e scopro che on line sono registrate le note (almeno alcune) che avevo scritto nel precedente cellulare (dove era appunto installata Evernote). E trovo i piccoli appunti dei giorni di Cracovia (non fino alla fine... alcuni si sono persi? In ogni caso ricordo che a un certo punto non riuscii più a scriverne).

domenica 24 gennaio 2021

Vivo di ricordi?

Fonte amara:

arduo è raggiungerti,

dissetarsi a te

stanca.

Fonte ignara:

sollievo a te non noto

apporti

a tremenda sete.

Fonte strana:

acqua rendi,

da lontano emergendo

silente.

Fonte, comunque:

zampilla ancora

e antichi e vicini ricordi

io attinga!

--------------------------------------

Nota: sistemando in questi giorni sacchetti mai svuotati da anni, ritrovo il foglio senza data con questa poesia, probabilmente scritta in un momento in cui forte era il mio rifugiarmi in ricordi particolari (a Roma? Dopo San Giuseppe Artigiano e prima di San Luigi? Chissà...).

Le parole che vorrei dirti/2

Ancora sguardi, oggi, si sono ascoltati nelle chiese, ancora parole come lame affilate che diventano spartiacque nella vita di qualcuno.

E mi rivedo adolescente, trapassato da sguardi amici che rimbalzavano su di me altri occhi, occhi profondi capaci di vedere in ognuno di noi il frutto compiuto, anche quando siamo acerbi, lontani, seme confuso che non sa che direzione prendere.

Come vorrei dirti che anche sulle rive del nostro quotidiano indaffarato oggi arriva Chi sa davvero per cosa batte il nostro cuore e come prenderlo per mano.

P.S.: e se provo a dirtelo così?

martedì 19 gennaio 2021

Ricordo affettuoso di padre Gino Guastella

Se la curia vuoi far risplendere,

p. Guastella non fare attendere:

dagli subito da lavorare,

canonici e impiegati farà filare!

Perché?

Perché tra i canonici lui è il più  bello che c'è!

Tra san Michele e san Giorgio, infatti,

ha certo stimoli adatti:

la spada a destra e a sinistra il cavallo,

padre Guastella è un cancelliere da sballo!


P.S.: ritrovata il 2 gennaio di quest'anno in un sacchetto pieno di ricordi e altro da sistemare, probabilmente la scrissi per un biglietto di auguri o che accompagnava un regalo fatto a padre Guastella in qualche occasione (tipo le scampagnate a Castellana a fine anno scolastico con tutto il seminario).

Urusei Yatsura

"Giuro che non capisco più niente, ma come fanno le donne a cambiare umore così facilmente, prima urlava come una pazza e adesso piange".

Il mitico Ten, cugino di Lamù, episodio 11.

domenica 17 gennaio 2021

Le parole che vorrei dirti/1

Oggi nelle chiese si è letto di sguardi, di incontri, di fiducia, di amicizia. O almeno così io capisco leggendo questo brano (Giovanni 1, 35-42).

Pomeriggio mi è capitato di leggere questa breve riflessione guardando questo meraviglioso Caravaggio (quante volte, studente a Roma, mi ha rapito?).

Come vorrei dirti quanto quello sguardo a Simon Pietro e quel braccio teso verso Matteo sono gli  stessi che oggi sono rivolti a noi due...