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sabato 8 marzo 2025

Quanti 8…

 …in questo ennesimo 8 marzo trovo nella data (8 8bre millenovecentosett8, appunto) in cui furono scritte queste parole:

Non sono io che cerco Dio ma è Dio che cerca me. Non c’è bisogno che io cerchi chissà quali argomentazioni per avvicinarmi a Dio: le parole prima o poi finiscono e ti accorgi allora che non rimane che la contemplazione, l’adorazione, l’aspettare che Lui ti faccia capire ciò che vuole da te. Sento la contemplazione necessaria al mio incontro con Cristo povero.

Chi le avrà scritte mai? Un monaco, un mistico, un bigotto, un santo…?

Oggi è l’8 marzo, quindi…

E quindi una monaca, una mistica, una bigotta, una santa…?

Chissà… anzi chi sarà così curiosa da invitarla alla festa di oggi?

Io, quest’anno, ho deciso che vi festeggio attraverso di lei e vi (e mi) auguro di crescere verso la sua consapevolezza espressa in queste parole in una data con un solo 8:

Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. Non c’è nulla a questo mondo che sia tuo. Sandra, renditene conto! È tutto un dono su cui il «Donatore» può intervenire quando e come vuole.  Abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora. (27.04.1984)

P.S.: a questo link https://elefantesapiente.blogspot.com/search/label/8%20marzo, tutti gli auguri degli 8 marzo da oggi andando indietro nel tempo.

martedì 9 marzo 2021

9 marzo, the day after

Ieri ho realizzato che quella che è detta comunemente Festa della Donna, si chiama in effetti Giornata Internazionale della Donna.

Mi fermo, anche oggi, a contemplare l'universo femminile. Non è difficile per me, ogni giorno almeno un raggio di luce mi arriva da quella che per me è la Donna per eccellenza... poi, per andare più terra terra, anche mia nipote ha riccioli, sguardi, modi di fare e parlare che mi suscitano contemplazione). 

Oggi, però, l'universo femminile mi si concentra in Doha Sabah Abdallah (le parole che ha detto al papa si leggono su https://www.agensir.it/quotidiano/2021/3/7/papa-in-iraq-a-qaraqosh-la-testimonianza-di-una-donna-che-ha-perso-suo-figlio/ e altro su di lei invece su https://it.aleteia.org/2021/03/08/doha-sabah-iraq-papa-perdono-ucciso-figlio/).

Grazie, madre di misericordia, per la tua testimonianza di donna che vive davvero unita a Cristo.

Grazie per le domande scomode che mi fai porre sulla mia fede troppo comoda.

Perdona anche me, perché dal calduccio di un tran tran mascherato da cristianesimo qui a Ragusa non riesco a tener desta in me la memoria delle vostre sofferenze e la fiamma della preghiera e della carità per starvi vicino...

lunedì 10 agosto 2020

Quando il 10 agosto diventa l'8 marzo a causa del giorno prima

Ho trovato un posticino tranquillo, stasera, e ho scritto il post precedente e adesso sto scrivendo questo. Peccato dover andar via, fra poco...

Ma prima di essere chiuso dentro, recupero quello che non ho fatto l'anno scorso, né quest'anno: gli auguri alle donne per l'8 marzo. Ieri, infatti, era il 9 agosto e quindi auguri di essere, ricercando voi stesse, un po' come lei.

Si chiama Edith, ma quando ha voluto cercare di capire la sua strada cambiando il suo nome è diventata Teresa Benedetta della Croce.

È nata ebrea, ma quando ha iniziato a cercare di capire la sua strada ha prima lasciato la religione della sua famiglia (e ogni riferimento a Dio), per poi riscoprirla in Cristo e decidendo di essere battezzata.

È cresciuta nella Germania di fine XIX secolo, inizio XX, ma quando la sua strada le chiedeva di non arrendersi (perché come donna forse poteva anche rassegnarsi), non lo ha mai fatto (e Husserl, il filosofo, le deve tanto, come studentessa che ha permesso al professore luminare di mettere ordine e pubblicare testi fondamentali).

È diventata monaca carmelitana, di clausura, ma quando la sua strada poteva allontanarla dagli altri ebrei, ha condiviso invece con loro persecuzione e campo di concentramento.

È martire della fede, riscoperta anche grazie a un metodo filosofico (con la ragione, cioè), è segno di unità tra noi cristiani e i fratelli ebrei, è intelligenza sopraffina, è donna che ha investigato col pensiero e con la vita il significato di essere donna nelle mutate condizioni sociali durante e dopo la Prima Guerra Mondiale.

Quando tornerà il 9 agosto, pensate a questo indomito spirito libero che con tutta se stessa non ha mai smesso d'interrogarsi e cercare la Verità. Auguri a tutte voi!

P.S.: per leggere anche gli auguri passati, usate questo link https://elefantesapiente.blogspot.com/search/label/8%20marzo?m=1

 

giovedì 8 marzo 2018

Lotto nell'8

Quest'anno, sì, lotto nell'8, niente poesie, malinconie e via discorrendo. Quindi, i miei auguri vi giungono perché lotto con e per lei (purtroppo è sempre nella stessa situazione) e le vostre bellissime sorelle che il giovedì mattina mi aspettano qui. Chissà se questa lotta è pure la vostra.

P.S.: qui, gli auguri del passato.

Aggiornamenti e sintesi  al 17 settembre 2020.

mercoledì 8 marzo 2017

Mimose melanconiche

Melanconicamente, ovvero unendo struggimento del cuore e nostalgia e un pizzico di tristezza, auguri a tutte le donne che sbirceranno qui, auguri con le parole di un testo di Ungaretti intitolato La madre, che trovate commentato qui e qui, testo, appunto, melanconico, ma che ho scelto convinto che a voi, donne, appartiene un modo tutto vostro di salvare il mondo.
Inutile negare che in questi tre anni a San Luigi ho conosciuto diversi tipi di genitori (inseriamo un po' anche i papà): interessati, coinvolti, desiderosi di restare ai margini, presenti, quasi mai visti, reattivi, indifferenti. Va così, la vita è varia: ma è anche limitata temporalmente (si muore, insomma, prima o poi) e allora quando inizieremo a vivere per donare senso alla vita delle persone che amiamo?
A voi, donne, appartiene un modo tutto vostro di salvare il mondo, ripeto, cioè di donare senso alla vita di chi vi incontra, sia nel vostro essere madre (come quella di Ungaretti che lui immagina nell'intercessione finale e nell'atto di farlo rinascere a vita nuova), sia da sorelle, amiche, insegnanti, casalinghe, maestre, zie, regine, impegnate in politica, nel sociale, nel volontariato, in chiesa, atee, credenti, indifferenti, nonne, cugine, ballerine, attrici, badanti, e così via, fino ad esaurire ciò che avete fatto, fate e farete nella storia, senza che si esaurirà il vostro essere generatrici di salvezza. Alzate le vostre mani, vi prego! Abbiamo bisogno seriamente del vostro essere statue capaci di reggere il dramma del senso della vita, perché le vostre mani alzate ci mostrino ancora una volta che la vita ha senso.

E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra 
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano. 

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto, 
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

P.S.: se volete, qui trovate gli auguri del passato!

venerdì 8 marzo 2013

8 marzo 20XIII...

...perché prima che il XIII secolo finisse, care mie, qualcuno celebrò la donna con parole da Vita Nova.
Ora, cosa cogliete nel termine "angelicare"?
Repressione dei sentimenti e dei desideri e smaterializzazione delle passioni e del corpo?
Oppure riconoscimento della capacità di comunicare la propria essenza come segno e simbolo del "senso immenso della vita" (è inutile, Gazzé non mi lascia in pace, per ora)?
Vi intriga questa seconda possibilità di lettura?
(D'altronde il fiorentino, almeno scrivendo la Comedia, dimostra di essere un tomista sfegatato e i veri tomisti, seppur con tracce di dualità, non sono mai dualisti!)
Allora fra poco potrete leggere le parole di una bellissima esaltazione del microcosmo femminile.
Al quale microcosmo, in tutte le sue singole espressioni, mando il mio sincero "In bocca al lupo!" perché abbia il coraggio, sempre e comunque e profondamente, di manifestare quell'altro aspetto della nobiltà umana che noi maschi non siamo ma di cui tutti abbiamo, oggi più che mai, una nostalgia immensa.

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender non la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.

P.S.: Qua si approfondisce e qui e qui si pass(at)eggia.

giovedì 8 marzo 2012

8 marzo reloaded

2004

2005

2011

8 marzo 2012

Quest'anno, care donne che leggete, mi ricordo di voi mettendo insieme 8 marzo, poesia, donne fuori dal giro (una è in gestazione, l'altra frequenta la scuola materna, la terza sa già, purtroppo, che "la vita è sempre forte molto più che facile" -L. LIGABUE, Il giorno di dolore che uno ha-).

Di questi miei giorni,
ore distratte,
memoria sarà per le donne
che bimbe il mio tempo
spezzarono?

Giorgia,
presenza piccina,
che ampli
d'amore accogliente.

Anna,
ricciuta e birbante,
che parli
e mi fai sorridente.

E tu,
ferma e gentile,
che ridi
ma ancor tristemente.

Voi,
donne di questi miei giorni,
attese e protese,
speranza
di un oggi sereno
che attragga le ore future.