martedì 9 marzo 2021

9 marzo, the day after

Ieri ho realizzato che quella che è detta comunemente Festa della Donna, si chiama in effetti Giornata Internazionale della Donna.

Mi fermo, anche oggi, a contemplare l'universo femminile. Non è difficile per me, ogni giorno almeno un raggio di luce mi arriva da quella che per me è la Donna per eccellenza... poi, per andare più terra terra, anche mia nipote ha riccioli, sguardi, modi di fare e parlare che mi suscitano contemplazione). 

Oggi, però, l'universo femminile mi si concentra in Doha Sabah Abdallah (le parole che ha detto al papa si leggono su https://www.agensir.it/quotidiano/2021/3/7/papa-in-iraq-a-qaraqosh-la-testimonianza-di-una-donna-che-ha-perso-suo-figlio/ e altro su di lei invece su https://it.aleteia.org/2021/03/08/doha-sabah-iraq-papa-perdono-ucciso-figlio/).

Grazie, madre di misericordia, per la tua testimonianza di donna che vive davvero unita a Cristo.

Grazie per le domande scomode che mi fai porre sulla mia fede troppo comoda.

Perdona anche me, perché dal calduccio di un tran tran mascherato da cristianesimo qui a Ragusa non riesco a tener desta in me la memoria delle vostre sofferenze e la fiamma della preghiera e della carità per starvi vicino...

Na sira, ppi strata

U sciauru ca pizzica nna ll’aria,

fimmina prena ca si sgrava

duoppu misi ri cura e r’attinzioni,

mi vasa

e ‘nta la faccia canciu tuttu

e arriru comu sciuri arriri

quannu si rapri ppi l’uocci ri cu passa,

u viri e s’arricria ppi ssi culuri,

ssi petali, ss’amuri.

Il 10 maggio 2014 abbiamo mangiato insieme in pizzeria io, papà, mamma, Daria, Capi, Rosanna, Carmelo, Marco, Elisa, Cristina, a Modica. Mentre tornavo a Ragusa, probabilmente intorno alle 23, dai finestrini aperti della Multipla entrava un’aria densa di pollini o chissà cosa, non semplicemente profumata, ma corposa, come se nel naso non ti entrasse semplicemente il soffio di qualcosa, ma quel qualcosa stesso portato dentro il suo soffio.

Ecco l’immagine dell’aria come donna incinta partoriente, che prese forma pian piano, come tutta questa breve composizione, da quella sera fino a oggi, 28 maggio 2014 (scopro un file datato 28 maggio 2010: il mio compleanno è foriero di poesia!). Qui sotto, alcuni momenti verso la versione definitiva, momenti appuntati su un telefono (il Nokia speditomi da Lidia dopo la Pasqua di quest’anno). Prima o poi, forse anche oggi, il testo in dialetto finirà sul blog, senza spiegazione, ma con un’annotazione riguardo alla possibilità di verifica dell’esatta grafia delle parole siciliane e della corretta traduzione.

U sciauru ca pizzica nna dda fimmina prena ca è l'aria a stasira -nna ll'aria- -nall'aria/ca è fimmina prena a stasira,

-fimmina prena ca si sgrava- accussì prena ca ura è ppi sgravarisi

duoppu misi ri cura e r'attinzioni,

mi vasa e 'nta la faccia canciu tuttu

e arriru comu sciuri arriri

quannu si rapri -mi a vucca mi smovi comu sciuri ca si rapri- ppi l'uocci ri cu passa,/ u viri e s'arricria ppi ssi culuri,/ ssi petali, ss'amuri.

Ecco, quando si dice meglio tardi che mai (visto che tutto questo arriva sul blog dopo quasi 7 anni)! Ho fatto copia e incolla di quanto trovato su un file di Word (lasciando la spiegazione e non mettendo alcuna annotazione su grafia e traduzione).