lunedì 29 novembre 2010

Barriti nella giungla - 5

Un progetto. Amare per sempre, vivere fieramente, costruire la propria libertà e la propria felicità, impegnarsi per il bene comune, scegliere cercando di essere se stessi fino in fondo (cioè, fino a scoprirsi legati a tutto il mondo): tutte cose per le quali serve un progetto. Ovvero una meta finale, alcuni obiettivi immediati e altri da realizzare sempre più in là nel tempo, gli strumenti giusti per raggiungere obiettivi e meta. Ma soprattutto... serve chiedersi anche con una certa violenza (per non farsi ingannare da se stessi) "ma io... chi c _ zz _ sono?".

Se l'essenziale è invisibile agli occhi, è l'invisibile che è dentro di noi con il quale dobbiamo al più presto possibile fare i conti. "Talità kum" in aramaico, "Puella, tibi dico: Surge!" in latino, traducetevelo voi in italiano, il senso è proprio quello: hai dentro il progetto giusto da scoprire e realizzare.

Nell'attesa della sua venuta

Mi chiedo se verrai. Se verrai oggi. Domani. Il 25 del mese prossimo o, davvero, come una folgore nel cielo, improvvisa e fulminea. Mi chiedo se sei già qui, accanto a me e a me intorno, a sorridere sornione dei miei pensieri affannati. Mi chiedo se non sei già passato a lasciar segni e ferite che si trasformeranno in benedizioni del cuore... e questo mio cuore che ormai sa lacrimare ma che ancora ha bisogno del Suo Maestro per diventare sempre più carne che splende innamorata, ti ha aperto?

Mi chiedo se puoi fermare i miei pensieri su di Te, perché occhi, orecchie, bocca, mani e piedi hanno tante cose da fare. Vieni... Ti aspetto nella mia mente, per aprirti il cuore, lasciar libero tutto il mio corpo per Te.

lunedì 22 novembre 2010

Per pandaconlemacchie

Ti scrivo qua, anzi nel primo commento, per continuare il dialogo iniziato in Barriti - 2.

giovedì 18 novembre 2010

Barriti nella giungla - 4

Ci sono persone che non esitiamo a definire eccezionali. Finisce che conosciamo decine di difetti in loro, ma vogliamo loro o troppo bene, e allora facciamo finta di non vedere tali difetti, o vogliamo loro veramente bene, e allora siamo felici di accettarle per quello che sono e di volerle bene proprio perchè hanno quei difetti. Ecco perchè sono eccezionali: perchè sono tanto normali da farti sentire veramente loro amico, o fratello, o, addirittura, un po' papà.

Negli ultimi cinque anni ho conosciuto quattro persone così: AA, quella del post Compiacimenti, da un po' si trova vicino alle altre tre come lo sono stato io . E mi sorprendo: sembrano cadute soggezioni, sembrano spuntati nuovi vigori, sembrano annullati timori. Ecco le mie quattro persone eccezionali: sono sicuro che se me le prendessi tutte e quattro e chiedessi loro cosa è successo, non saprebbero dirmi altro che: "Niente! Stiamo andando avanti come sempre!".

Infatti, è vero: come sempre, con la semplicità di chi, persona normale, si lascia prendere dal Bene e lo vive eccezionalmente, senza accorgersi di quanto bene eccezionale sparge intorno.

Care mie amiche, sorelle e figlie eccezionali: continuate ad essere così normali. Siete una benedizione per coloro che, più piccole di voi, potranno diventare come voi.

E interrogatevi su AA, sulle sue motivazioni, su ciò che vi trasmette la sua relazione con voi. Perché è il segno di Qualcuno tanto eccezionale che ha scelto di essere normale come noi e in mezzo a noi. Per farci diventare normalmente eccezionali come Lui.

Barriti nella giungla - 3

Su Emmaus: aspettiamo l'incontro della vita? La persona che ci lascia senza fiato per il troppo sentimento d'amore che ci fa provare? L'occasione con la quale crediamo di aver risolto per sempre tutti i nostri problemi? Bene: ad Emmaus successe di più. La Persona incontrata non si offriva solo per essere amata finché le durasse il suo sentimento d'amore, ma stava dimostrando di voler amare per sempre, al di là di ogni sentimento. L'Occasione capitata non garantiva nessuna soluzione perenne, ma stava dimostrando di essere l'Occasione perenne per crescere perennemente liberi.

Ancora commozione

Ma si può? Ma è senilità precoce? O forse attuale (trentasei anni e sei mesi quasi potrebbero pure essere incipit di senilità)? Ma insomma... passo dove sono tornato, vi passo proprio perchè vi sono tornato, vi passo iniziando a pensare a ciò per cui vi sono tornato... e che mi piglia? Mi si stringe lo stomaco, mi si inumidiscono gli occhi, mi sento commosso. Per quello che c'era stato, per quello che potrà esserci. Per l'improvviso liberarsi di ricordi da una zona nascosta della coscienza. Devo imparare a fare i conti sempre più con questo mio innamoramento della vita. Perchè mi sembra proprio questo: aver imparato ad amare la vita dopo aver provato ad impegnare la vita. Che il buon Dio mi aiuti!

martedì 16 novembre 2010

Benvenuto autunno!

Oggi è finita la mia estate biologica: ho iniziato a sentire freddo e sopratutto ho accolto con pace l'autunno. Come? Guardando quella meraviglia che è Ibla, da viale Mazzini prima, dalla vecchia strada per Modica, in direzione Ragusa poi. Credo che il fascino da presepe di Ibla sia dovuto anche al buio che scende presto in autunno e alla luce autunnale del cielo ormai privo quasi del tutto di luce solare. Questo fascino mi ha fatto sentire in pace con cielo e buio autunnali. Ciao, estate! Stai tranquilla: riesco a godermi squarci di bellezza anche se tu ti riposi. E come si vivrebbe senza bellezza?

mercoledì 10 novembre 2010

Amici

Da sentire, introvabili, che senti, che ti accompagnano, che si fanno sentire, che ti ri-conoscono, che non hai il coraggio di cercare. Amici come i sentieri di campagna heideggeriani, che pare (mi perdoni Martin e i suoi studiosi) non si interrompessero nel nulla, ma nella nuova consapevolezza di una possibilità di conoscenza nuova.

lunedì 8 novembre 2010

Barriti nella giungla - 2

Sentita oggi (la do in pasto ai lettori): chi ha mani sempre impegnate a fare il bene e cuore che batte all'impazzata per la verità? Chi non è schiavo delle cose del mondo.

Prima o poi ritorno su quella faccenda di Emmaus.

giovedì 4 novembre 2010

Lacrime

Come mai nella mia vita.

16 ottobre 2005 - 26 ottobre 2010

Barriti nella giungla - 1

Mi chiedo se è possibile compiere un'operazione fondamentale. Cambiare mentalità e finirla di andare a messa la domenica. Per iniziare veramente a partecipare con tutto se stessi a quello che ai due tizi che andavano verso un villaggio chiamato Emmaus capitò quasi per caso.
A proposito, Emmaus si trovava a circa 11 km dalla città di Gerusalemme. Tanti quanto, andata e ritorno, Casa San Luca (proprio quello che parla dei discepoli di Emmaus) - Frigintini.
Passano i millenni, ma si continua a camminare. Con i piedi. Spero anche con la mente e con il cuore.