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mercoledì 3 settembre 2025

Care scolte, cari rover…/3

...per il libretto della Route estiva di quest'anno del Clan/Fuoco del gruppo Agesci Vittoria 7, il capoclan mi ha chiesto una riflessione conclusiva. L'assistente di clan aveva individuato alcune parole chiave. Per l'ultimo giorno la parola è continuare, dopo aver camminato per una settimana con Mosè (sì, quel Mosè).
Ho risposto così.

Ma come? Da una vita attendi questo momento e finisce così? Una rincorsa a volte complicata e pericolosa per goderti finalmente la terra promessa e la guardi soltanto?
Salvato dalle acque alla nascita per morire anziano a un passo dal trionfo?
La vita è strana...
...è quella persona cara (almeno credevi) che a un passo dal sigillare la vostra amicizia con un bellissimo gesto scompare dalla tua vista;
...è quel servizio, magari con i più piccoli agli scout, che a un passo dall'essere un successo in cui tutti ti fanno i complimenti, diventa invece fatica senza nessuno a dirti quanto sei in gamba;
...è quell'impegno di scuola o di lavoro che non riceve il voto o il riconoscimento che prevedevi;
...sei tu che spesso puoi chiederti nel nostro dialetto se stai rimanendo ccu l'uocci cini e i manu vacanti o se, come Mosè sul monte, puoi guardare la terra promessa che sognavi e scoprire che l'hai già raggiunta.
Sì, perché Mosè sul monte anni prima ha incontrato Dio.
E a che ti serve ricevere un regalo da qualcuno se poi vi dimenticate a vicenda (come farà pian piano e spesso il popolo entrando nella terra promessa)?
Mosè guarda il regalo e capisce che, se anche non gli può appartenere, lui ha già raggiunto ciò che più conta: la relazione con Dio.
Che non finiremo mai di perfezionare, che avrà sempre bisogno che rinunciamo al nostro orgoglio e superbia, che è sempre fatta di donarsi perché gli altri entrino nella terra promessa, ma che è la relazione che ci rende salvati come Mosè: da noi stessi innanzitutto, per essere davvero liberi di continuare sempre a camminare verso Dio, ascoltando quella Parola che confonde i superbi faraoni e innalza chi si fa umile.
La route finisce, ma la nostra vita continua! Buona strada!

mercoledì 27 agosto 2025

C'è la mamma-2

Voglio scrivere, perché questi "disgraziati" giovanissimi e msacchini hanno fatto un karaoke che mi ha messo (o forse smosso) dentro quel sentimento indefinibile che è malinconia nostalgica di ricordi passati e nostalgia malinconica di speranze irrealizzabili.

Per di più adesso cantano Servo per amore.

E io, schiacciato tra la loro giovinezza lì fuori e il Giovane per sempre davanti a me nascosto nel Suo tabernacolo mi sento avvolto dalle emozioni di questa estate con le quali un uomo e una donna mi hanno scosso.

Sono in cappella a Canicarao. Perché è proprio questa Presenza nel tabernacolo che dà senso a tutto. Perché non fisso un manufatto di legno, ma mi lascio coinvolgere da chi mi osserva con amore e, per il solo fatto di essere lì come Pane eucaristico, mi dice: "Sono qui proprio per te, come per Lazzaro che riuscito  da morte e per Pietro a cui chiedo se mi vuol bene!".

Ecco il Tuo essere Pane e Parola autentica, amabile e libera, Signore. Che come Pietro possa dirti anch'io: "Tu sai che ti voglio bene!".

lunedì 7 luglio 2025

… purché sia vicino a Te.

E davvero ho preso l’iPad, “al cader della giornata”, di questa giornata che tu non hai voluto iniziare.

Ho preso l’iPad per fare una delle cose che mi fa stare bene, che forse tu non hai ricordato più, o forse non ti bastavano più.

E poco fa, improvvisamente, ho ripensato a una lunga telefonata, con mia mamma, la sera del funerale di Martina o forse quella della domenica iniziata con la telefonata del signor Carmelo che non sapeva come dirmi che Martina era morta. Ma forse tu non volevi più aggrapparti a nessun numero di telefono.

E stamattina ripensavo con gratitudine a tutti coloro che mi hanno ascoltato e sopportato da quando sono entrato in seminario, magari pensando a quanto fossi immaturo e capace solo di lagnarmi, ma mi hanno sopportato e ascoltato all’infinito, anche schiaffeggiandomi moralmente e spiritualmente per svegliarmi dai miei torpori. Ma tu, forse, non volevi più essere ascoltato né sopportato.

E l’estate del 2004, ti pare non spuntasse tra i ricordi stasera prima di scrivere, così dolorosa e generativa come solo la nascita e la morte possono essere? Ma se io in autunno ritrovai mani e occhi e sguardi e parole che mi accolsero per continuare a rinascere davvero, forse tu non avevi più parole e sguardi e occhi e mani da cercare per continuare a vivere qui, in mezzo a noi.

Negli ultimi 8 anni, da quando sei prete, abbiamo condiviso, probabilmente ogni giorno, almeno una volta al giorno, questa frase: Il Corpo e il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo uniti in questo calice siano per noi cibo di vita eterna. Non sai, anzi, sì, ormai sei nell’eternità, sai tutto: sai come mi sono aggrappato a questa frase, oggi. Come ho afferrato le ultime parole, per me, per te, bisognosi di vita eterna e non a parole, ma con la concretezza che ha qualcosa che è cibo, che entra in bocca per essere masticato, deglutito, digerito. Cibo di vita eterna, perché tutto passa, nella vita, diventando vano se non c’è Chi lo rende eterno.

Perché sto passando anch’io e, come San Paolo, che ce lo ha ricordato a messa proprio oggi, vorrei non essere disturbato più da nessuno, nella Chiesa, se non per vantarci della Croce di Cristo.

Ma così non sarà, e forse proprio questa è la croce da affrontare: questa Chiesa così com’è.

Tu, padre Matteo… sì, padre, perché prete anche se più giovane di me… padre perché hai donato la vita di Gesù in questi 8 anni… tu, padre Matteo, sei passato prima di spezzare ancora una volta per i tuoi figli questo cibo di vita eterna. Forse non hai trovato la forza che ti permettesse di farlo… un giorno, una domenica probabilmente, ero così solo dentro, nonostante tutte le persone presenti a messa, che chiesi a due ministranti di starmi vicino durante il momento in cui diventiamo sempre più un solo Corpo… che paradosso, solitudine e comunione nello stesso tempo… ma tu, padre Matteo, forse questo paradosso non lo hai retto più.

Padre Matteo, tra gli scout ho imparato a cantare che “al cader della giornata/noi leviamo i cuori a Te”, al nostro Dio; tu sei caduto prima di iniziare un’altra giornata. Permettimi allora di cantare io per te, in questa calda sera di luglio, per dire al buon Dio:

“Te nel cuore del fratello, Te nel mio cercai d’amar.

Quante stelle quante stelle, dimmi tu la mia qual è.

Non ambisco alla più bella, purché sia vicino a Te”.


venerdì 23 maggio 2025

Capaci/4

Poco prima di compiere 18 anni... bum!

Poco prima di compierne 49... bum in Ucraina, splash in Emilia-Romagna, the end di un'avventura quasi decennale (senza bombe e alluvioni, ma è stata destabilizzante).

La vita sembra sempre rivestirsi di opacità e lasciare macchie di ombre scure più forti dei raggi di sole che ci hanno riscaldato il cuore.

Oggi è festa perché la mafia può aver vinto una battaglia e dopo 31 anni aver ancora vitalità, ma il sacrifico di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, chi in ogni guerra porta più che odio la speranza di un mondo fraterno, chi si offre per risollevare le sofferenze altrui, sono il segno di ciò che è profondamente umano e muove la storia.

Ditemi che sono banale: il bene si manifesta debolmente, ma perché agisce in profondità, crea radici, dissoda il terreno, mentre il male, che è capace di fare un baccano tremendo, alla fine è stato bravo solo a increspare la superficie della storia.

Anzi banale e bigotto o creduloni...

———————-

Era il 23 maggio 2023 e scrivevo quanto sopra, fino a creduloni (che forse doveva essere credulone), in attesa di un completamento del post che non è avvenuto e non avverrà: non ricordo minimamente come avrei voluto continuare. Non ricordavo neanche di aver iniziato questo post.

Ma mi sembra un bel post. E oggi, a due anni di distanza, lo pubblico così. Completo fino alla parola “storia”, incompleto (cioè da portare sempre avanti) come l’impegno a rendere, la nostra storia, storia del bene, nonostante tutto.

giovedì 6 marzo 2025

Camminare… camminare… camminare…/1

Chi ti obbliga? Vuoi restare immobile nella tua libertà di fare quello che vuoi? Vuoi restare tranquillamente seduto sulla poltrona delle tue idee? Vuoi restare dentro il tuo carattere e il tuo modo di fare che ti soddisfano tanto? Perché no?

Camminare è per i pochi che sanno immaginare di poter diventare migliori.

Camminare è per i coraggiosi che sanno mettersi in discussione.

Camminare è per gli inquieti che sanno sognare se stessi alla ricerca di cosa significa davvero essere liberi, saper pensare, saper realizzare tutte le potenzialità che portiamo dentro e che solo una vita in cammino potrà rivelare e far germogliare e fruttificare.

Ma è già faticoso scriverlo… figurati camminare davvero!

Buona Quaresima a chi immagina, a chi si mette in discussione, a chi sogna!

venerdì 6 dicembre 2024

Care scolte, cari rover…/2

 …stasera domandona sul perché si soffre.

Non sono molto in vena né di risposte, né di lunghe discussioni.

Semplicemente, mi avete fatto venire in mente che porsi questa domanda significa, senza saperlo, chiedere a se stessi “chi sono io”?

Perché io so di soffrire, cioè do un valore particolare al dolore, senza ridurlo solo a sensazione fisica? Cosa c’è in me che distingue, fino a sentire rabbia e sconforto, l’ingiustizia dalla giustizia?

Chi sono io che rabbrividisco se penso ai miei cari in balia di malattie, come se non bastasse sapere che l’organismo umano a contatto con certi virus, batteri, materiali organici o meno reagisce deperendo e morendo?

È come se io fossi fatto di un grido, grido di vita, grido di eternità, grido di legami che desidero per sempre.

E se questo grido è vano, inutile, folle, assurdo, senza significato perché tutto muore e tutto, a volte per caso, a volte per le scelte degli uomini, sprofonda nell’ingiustizia, se questo grido resta strozzato dall’immensità di un universo sordo, allora non ha senso parlare di sofferenza. La materia ha le sue regole. Il resto (l’amore, la ricerca del bene, il voler un mondo migliore e relazioni sane, il desiderio di proteggere chi ami) è illusione.

Qualcuno può ascoltare il grido che sono?

Accidenti, ancora una domanda…


mercoledì 23 ottobre 2024

Di bimbi e di scuole lontane dalla loro casa

Il tempo passa inesorabile... e i diari restano appena iniziati:

https://elefantesapiente.blogspot.com/2018/11/diario-dun-infiltratointro.html?m=1

Un effetto del tempo che passa è essere diventato "zio che accompagna la bimba a scuola".

Non ricordo più quali sorprese avevo programmato di scrivere nel Diario di un infiltrato, ma fa sempre un certo effetto immergersi nel tempo preparatorio dei bambini che va dal prepararsi a casa respingendo qualunque invito a sbrigarsi, alle chiacchiere in macchina, fino al raggiungimento di un confine invisibile che tu adulto non puoi oltrepassare, oltre il quale lo zaino (quest'anno oggettivamente pesante... o sono io che invecchiando mi ammorbidisco?) diventa leggero e si materializza con facilità e leggerezza su quelle spalle che invece in ascensore un quarto d'ora prima sembrava quasi volere spezzare.

E resti imbambolato, a goderti su quel confine il fresco delle 8.20... prima campana... adesso dal lato di chi non aspetta la seconda (ma poi chi è mai arrivato a sentire la prima? Vaghi ricordi alle medie inferiori...), mentre tutti quegli esseri che in altezza non superano la metà della tua, novelli hobbit, si allontanano e spariscono dentro il loro viaggio alla scoperta di ciò che la vita (la classe, i compagni, le maestre, la scuola...) è... creando in te, senza che te ne accorgi, il desiderio di riassaporare il tuo viaggio... e così ti ritrovi in macchina con Venditti nelle orecchie, con la scusa del link, non per ricordare chissà che, ma per assaporare nella sua voce e nella sua musica il tuo sentiero di bambino, ragazzo, adolescente.

Chiudo gli occhi per riaprirli qui e sorrido a questo punto del sentiero e del viaggio che sono io e il mondo attorno a me, effetti del tempo che passa.

lunedì 22 aprile 2024

Benedetto Marcello

Sarà la frequentazione forse anche quasi compulsiva (al quarto posto delle riproduzioni del mio Itunes) nei miei brevi momenti dedicati alla musica come sfondo di qualcosa da fare al computer, ma come ti prende la tonalità in re minore dell'oboe che suona la melodia principale e dei violini (se non dico una bestialità) di sottofondo con il loro sempre più maestoso e infine solitario scandire quei tre accordi (sempre perdonatemi l'ignoranza)... ho bisogno di stare ad ascoltare certa musica più spesso.

Ora è partita Loretta Goggi con Maledetta primavera... va bene, non c'è partita... ma direi che il tono psicologico che invece di deprimermi mi dilata il petto come se sensazioni di palude trovano nella malinconia musicata una scossa è lo stesso.

Dopo la Goggi, cercavo altro, è ripartito l'adagio... riascoltiamolo, è una cosa compulsiva, l'ho scritto...

giovedì 9 febbraio 2023

Di un incontro non previsto e del trasalimento generato

Chissà se vale la pena scomodare Dante e Beatrice, il loro primo e poi secondo incontro, per dire di me, del mio trasalire davanti al tuo primo sguardo di ieri. 

Chissà se ti offendi se ti scrivo qui, scomodando anche Leopardi, che il mio trasalimento è nato dallo scoprir che "beltà splendea/negli occhi tuoi" interroganti e fissi nei miei mentre ti salutavo contento di rivederti, nonostante i miei poveri e limitati occhi umani non riuscissero a veder quanto sei davvero bella.

Chissà se ti senti derisa se ti ripenso su un trono da regina, anche se le regine non hanno troni con due ruote che le tue deboli braccia non possono far avanzare.

Scusami, se ti offendo o ti derido. Ma, giovanissimo scricciolo di donna che, mi pare, la mamma o la nonna hanno chiamato Valentina, tu porti nel nome questa contraddizione: sembri non valere e, invece, sei per noi una valente benedizione.

"Perché?", leggo adesso nei tuoi occhi di stamane.

Perché ci costringi a domandarci per quale motivo non dovremmo fare come gli spartani, ci fai ritrovare all'improvviso, senza sapere come, sul limite della nostra rupe Tarpea, davanti al baratro della nostra coscienza, col cuore che ci batte all'impazzata perché cerca una luce, un lucignolo almeno per intravedere che tu sei uguale a tutti coloro che hanno gambe forti, fisico mozzafiato, occhi stupendi.

Sei tu benedizione di un Dio che in te si fa vicino, mendicante d'amore per riempirci del Suo.

Sei tu farfalla stupenda che come noi vive nel bozzolo della storia per rivelarsi un giorno in tutto il suo splendore e allora noi, che crediamo di tessere chissà quale arazzo con la nostra vita, scopriremo contemplando te e i prediletti del Signore di essere stati solo vecchi ragni incartapecoriti intrappolati nelle loro stesse tele. E solo la Misericordia che ama e siete tutti voi potrà salvarci.

Sei tu che rendi immensi e giganteschi i tuoi genitori, i tuoi nonni, coloro che di te e delle tue sorelle e dei tuoi fratelli si prendono cura, veri protagonisti e vincitori in quella storia che Dio sta scrivendo, raccogliendo anche le briciole di sudore e pazienza e amore che a voi dedicano e sorridendo sornione di tutti i potenti manipolatori delle coscienze umane che accoglieranno la salvezza grazie a te, quando torneranno come bambini. 

Sei tu che puoi renderci umani, consapevoli di essere humus, terra buona se si lascia coltivare, fecondare, aprire al dono.

Grazie, piccola e immensa Valentina!

martedì 14 dicembre 2021

Che anno è?

Io in cucina a Vittoria in via Primo Levi impegnato a lavorare, mio padre di là in salotto che suona la tastiera elettrica. Da quanto tempo... o non è passato il tempo? Sono davanti a un MacBook e sto lavorando per il noviziato del Rg2, non per qualche interrogazione del liceo... segni inequivocabili da terzo millennio... gli anni '90 del XX secolo sono davvero ormai passati da un pezzo...

Ma a me ancora capita (per motivi di salute) di ritrovarmi in cucina a Vittoria in via Primo Levi impegnato a lavorare mentre mio padre di là in salotto suona la tastiera elettrica... come certe cose non passano  col tempo!

mercoledì 11 agosto 2021

Condivisioni estate 2021 post(?)covid ai consiglieri/1

Rut 2: 10Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: «Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?». 11Booz le rispose: «Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi».

San Francesco d'Assisi, Testamento del 1226 (FF110): Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo. E in seguito, stetti un poco e uscii dal secolo.

Booz e Francesco sono testimoni di un percorso che il Signore fa compiere loro finché non rinnovano lo sguardo.
Uno sguardo nuovo donami, o Signore!

Uno sguardo nuovo che non si lasci schiacciare dalla pesantezza dell'accaduto, ma sappia generare misericordia, nonostante tutto. L'orizzonte è dato da questi due versetti del vangelo secondo Matteo:
23,11Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

Quali segni amari il lungo periodo del covid sta lasciando in noi?
Ho bisogno di essere sostenuto? La comunità può offrirmi sostegno? Di che tipo?
È necessario da parte nostra uno sguardo nuovo sulla vita della nostra comunità?
Ritengo che forme o strutture o attività della nostra comunità hanno bisogno di essere ripensate?

venerdì 21 maggio 2021

Cari parrocchiani, capita a tutti...

... di leggere una frase e ritrovarsi a pensare. Ho letto che in un evento qualcuno ha detto: È bello abitare alla presenza di Dio!

E ho pensato: Abitare in senso forte, sentire cioè la propria esistenza quotidiana, momento dopo momento, non come espropriata di una casa e alla mercé di intemperie e inattese situazioni di pericolo, perché sei sempre nella casa di Dio e Lui, ospite amabile e amorevole, sa come metterti a tuo agio e quando e dove palesare la sua continua presenza.

E voglio scrivere: È bello vivere alla presenza di Dio!

domenica 24 gennaio 2021

Le parole che vorrei dirti/2

Ancora sguardi, oggi, si sono ascoltati nelle chiese, ancora parole come lame affilate che diventano spartiacque nella vita di qualcuno.

E mi rivedo adolescente, trapassato da sguardi amici che rimbalzavano su di me altri occhi, occhi profondi capaci di vedere in ognuno di noi il frutto compiuto, anche quando siamo acerbi, lontani, seme confuso che non sa che direzione prendere.

Come vorrei dirti che anche sulle rive del nostro quotidiano indaffarato oggi arriva Chi sa davvero per cosa batte il nostro cuore e come prenderlo per mano.

P.S.: e se provo a dirtelo così?

mercoledì 9 dicembre 2020

Che finale!

Puntata 153. Chiusura folgorante, chiara, importante per riflettere sulla crescita.

lunedì 10 agosto 2020

Dieci anni

Domani questo blog compie dieci anni. In questi dieci anni mi sembra di aver vissuto mille vite: sempre io, in posti diversi, in ruoli diversi, in momenti della vita tali da farmi pensare ad una parabola (quella della geometria analitica) e io che la percorro a volte in salita, a volte in discesa (finché non si trasforma in altro, e magari arrivo sull’orlo del precipizio perché vorrei forzare il suo campo d’esistenza ad essere diverso). Dieci anni di cui questo blog è una piccola traccia, uno spazio partito in anonimato e solo per me e presto diventato anche altro. Per i curiosi che vorrebbero ma non hanno tempo di scorazzare in lungo e largo attraverso i (tutto sommato pochi ) post del blog, vi linko il primo, il più letto, il meno letto (e siccome credo che a zero ce ne siano diversi, linko il meno letto e più vecchio*), l’ultimo prima di questo. E, chissà, fra dieci anni magari potremmo ritrovarci nuovamente qui!

*E invece, a meno che non sia riuscito a cercare bene, tutti i post hanno visualizzazioni superiori a zero: vi linko uno di quelli (forse il solo) che ha una sola visualizzazione!

1. elefantesapiente.blogspot.com/2010/08/summertime.html?m=1

2. elefantesapiente.blogspot.com/2017/09/cchi-e-ca-capita-biddiu3.html?m=1

3. elefantesapiente.blogspot.com/2010/11/ancora-commozione.html?m=1

4. elefantesapiente.blogspot.com/2020/07/cose-estive.html?m=1 

sabato 11 luglio 2020

Cose estive

Eccomi ancora una volta dalla finestra forse più bella della mia vita, dalla quale sfumature di oro, azzurro, indaco e ricordi vari mi assalgono turbolenti mescolandosi alla pace che il venticello che l'attraversa e la placidità di quanto guardo mi donano. Non riesco a non guardare, non riesco a non distogliere lo sguardo che inabissandosi sulla vita passata preferisce per qualche secondo posarsi su altro. Ma non riesco a non guardare quel mare dell'infanzia, quella spiaggia che si prolunga negli anni, quel cielo di tanti tramonti estivi e quel lungomare di sempre, sempre, che esiste perché apro la finestra, apro la porta e lui inizia la sua lenta passeggiata fino a Costa Fenicia, salutando a destra tante case amiche, ancorché oggi sconosciute, e a sinistra il mare e la spiaggia che si baciano castamente in attesa della furiosa passione che li assale nei giorni di pruvenza.
Sarebbe mancato un pezzo importante alla mia vita senza Scoglitti?

giovedì 18 giugno 2020

Cronache dalle lande sospese/5 (Tormento e speranza)

Tormento perché non accetto di essere persona piccola e fragile e non mi fido fino in fondo del mio Signore, come se la missione non fosse essenzialmente la Sua, alla quale mi fa partecipare non perché io abbia successo, ma perché Lui possa compiere la Sua opera.
Tormento perché sono mente che si attorciglia su domande e domande scrutando dal punto di vista sbagliato un terreno pastorale che immagina arido, perdendo così la bellezza dei germogli minuscoli e quasi invisibili che manifestano la verità della Parola (Isaia 43 e Apocalisse 21, 5):
16Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
17che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti:
18«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
19Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.

20Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
21Il popolo che io ho plasmato per me

celebrerà le mie lodi.
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
Tormento per la nostalgia di un tempo e spazio bellissimo eretto a ideale unico e assoluto, ma, ed è la fine di tutti gli idealismi, irriproducibile in Altrove e in Altroquando se non con mezzi distruttivi dell’ideale stesso.
Speranza che, piccolo, fragile, di poca fede, razionalista, spiritualmente cieco, malamente nostalgico, impaurito da me stesso furioso e fallimentare, possa sempre convertirmi e poggiarmi sulle Sue mani aperte per me.

venerdì 20 marzo 2020

Cronache dalle lande sospese/2

Lunedì 9, appena 11 giorni fa, non chissà quanto la mia psiche vorrebbe, in mattinata da Ragusa sono sceso a Vittoria (si poteva, 11 giorni fa si poteva, sebbene altro già era sospeso).
Appunto dato il generale clima di sospensione, mi reco dove essa è somma e regna (almeno per me, che ancora sostengo che ci sarà la risurrezione della carne). Passeggio, prego, cerco i miei cari mai conosciuti o per poco, non trovo invece mio nonno (ma... ricordo che... chiederò). Infine...
Era da tanto che non vedevo le vostre foto, effetti luminosi che dagli occhi risalgono alla mente (oltre la foto, si che le vostre spoglie mortali sono lì) e al cuore (invecchio, mi sono emozionato parecchio).
Sarei rimasto all'infinito lì, in attesa con voi del compimento dei tempi, magari per essere il primo a riabbracciarvi, visto che in ogni caso in parrocchia è sospesa pure la messa.
Ma urge la preghiera, con voi, per le altre anime, per i vivi che non si ammalino, per i vivi ammalati che guariscono, per tutti gli uomini perché siano illuminati e non perdano umanità. Pregate per tutti noi, care nonne!
È stato un passaggio importante, questo al cimitero.
Come avvicinarsi all'orizzonte di tutto, verso ciò che sospeso non è mai, anzi, regge ogni attimo del tempo e ogni punto dello spazio.
Un riempirsi l'infinito, mentre l'Italia precipita nell'indeterminato.

domenica 22 dicembre 2019

Buon Natale!

Morto per noi. Sì, anche se non riusciamo a capirlo e facciamo fatica a pensare che la morte di Gesù, fatto avvenuto duemila anni fa, sia collegata alla nostra vita.
Allora, in fretta e furia butto giù due righe.
Gesù muore perché è uomo, quindi mortale. Ma Lui è Dio incarnato. Ogni sua azione è umana e divina: nel morire della sua umanità, Dio è presente.
Dio non è legato al tempo. L’essere presente nella morte di Gesù significa che quella morte ha valore per tutti gli uomini: allora, se è morto scegliendo di perdonare i suoi assassini, vuol dire che è morto scegliendo di perdonare tutti coloro che, in ogni attimo del tempo, hanno fatto qualcosa contro di Lui direttamente o indirettamente attraverso ogni tipo di colpa morale.
È morto pensando a me e perdonando tutto quello che io, nato nel 1974, avrei fatto contro di Lui peccando in pensieri, parole, opere e omissioni tra XX e XXI secolo.
La Sua morte mi interessa. La Sua morte è il mio perdono. La Sua morte è la mia vita.
Buon Natale, perché nasce Chi ha deciso di farlo per morire per noi.

venerdì 7 giugno 2019

Perché non ci lasceranno mai!

Cara M. S.,
spero non ti dispiaceranno queste righe... sai che faccio, le mando anche a tutti coloro che si trovano come noi due, con (almeno) una nonna o un nonno in Paradiso.
Ieri c'è stato il funerale di tua nonna, l'altro ieri, quando ci siamo visti (il 5 giugno), mia nonna materna compiva 103 anni, di cui quasi sette vissuti oltre lo spazio e il tempo, in quello che i filosofi chiamiamo eternità e da bambini impariamo a chiamare, in modo più simpatico, Paradiso.
Mi ricordo uno degli ultimi dialoghi con lei, iniziato con le lamentele dovute al non voler più mangiare e con una specie di rimprovero dovuto al fatto che voleva morire (nota bene: mi sembrava che rimproverasse qualcuno perché non morisse, non che soffrisse perché non moriva). Poi, calmandosi la sua energia vitale e rilassandosi un po', mi chiedeva: "Ma io quanti anni ho?". E io: "Nonna, quanti anni hai? Fatti il conto, sei nata nel 1916, siamo nel 2012... quanti anni mancano per avere cento anni?". Non mi ricordo se riusciva davvero a fare il conto esatto, ma quando realizzava di essere arrivata a 96 anni, allora diceva speranzosa: "Allora, se campo altri quattro anni, arrivo a 100 anni?". E io, sornione: "Ma se non mangi, come fai ad arrivare a 100 anni?". Meno male che poco prima rimproverava: "Voglio morire... Perché vivo ancora?".
Ti racconto queste cose perché sono convinto che noi nipoti siamo tutti legati, qualunque età abbiamo e qualunque tipo di nonne e nonni abbiamo avuto.
Siamo legati dal loro affetto per noi, che è una specie di affetto di mamma senza le preoccupazioni che hanno le mamme...
Siamo legati dalla loro cucina buonissima, se sapevano cucinare, o sempre a disposizione, se non cucinavano loro ma non risparmiavano su quello che avevano in frigo o in dispensa quando dicevi di aver fame...
Siamo legati dal loro essere fuori dal tempo... i nostri genitori, quelli sì, vivono nel loro presente e faticano a capire tante cose e non dobbiamo mai arrenderci per capirci a vicenda... ma i nonni... piccoli come noi quando siamo piccoli, ragazzi come noi quando siamo ragazzi, giovani come noi... sembra che invece di invecchiare per i fatti loro, crescono in base alla crescita dei nipoti e ricominciano quando spunta un nuovo nipote!
Noi nipoti siamo tanto legati che quando muore un nonno o una nonna, è come se morisse il nostro.
Giorno 5 ho celebrato la messa per alcuni amici miei che stanno vivendo una situazione molto spiacevole. Ma non potevo non celebrarla anche per mia nonna e quindi per mio nonno e quindi per gli altri nonno e nonna. Ho chiesto a loro 4 di pregare per i miei amici, di vederli dal Paradiso come se fossero loro nipoti. Ho chiesto a Gesù di aiutare i miei amici, accogliere in Paradiso i miei 4 nonni e di ascoltare le loro preghiere per i miei amici. La preghiera è una specie di giro che ci avvolge tutti.
In questo giro, vuoi entrare anche tu? Non è difficile... Puoi afferrare la mano di Gesù e chiederGLi di prendere con l'altra tua nonna e poi prendere la mano di tua nonna e chiederle di tenerti legata a Gesù. Oppure, afferra quella di tua nonna e chiedile di aiutarti a trovare la mano di Gesù.
Magari, un giorno ci accorgeremo che in questi incroci di mani le preghiere ci hanno aiutato tanto e hanno permesso a tanti di trovare le mani giuste per non perdersi nella vita e trovare la strada giusta per il Paradiso.
Ti saluto!
Se serve, sai che ci sono!
don Luca
P.S.: i miei nonni sono di casa in questo blog. Le parole in rosso sono link ad alcuni post in cui essi sono protagonisti.