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mercoledì 27 agosto 2025

C'è la mamma-2

Voglio scrivere, perché questi "disgraziati" giovanissimi e msacchini hanno fatto un karaoke che mi ha messo (o forse smosso) dentro quel sentimento indefinibile che è malinconia nostalgica di ricordi passati e nostalgia malinconica di speranze irrealizzabili.

Per di più adesso cantano Servo per amore.

E io, schiacciato tra la loro giovinezza lì fuori e il Giovane per sempre davanti a me nascosto nel Suo tabernacolo mi sento avvolto dalle emozioni di questa estate con le quali un uomo e una donna mi hanno scosso.

Sono in cappella a Canicarao. Perché è proprio questa Presenza nel tabernacolo che dà senso a tutto. Perché non fisso un manufatto di legno, ma mi lascio coinvolgere da chi mi osserva con amore e, per il solo fatto di essere lì come Pane eucaristico, mi dice: "Sono qui proprio per te, come per Lazzaro che riuscito  da morte e per Pietro a cui chiedo se mi vuol bene!".

Ecco il Tuo essere Pane e Parola autentica, amabile e libera, Signore. Che come Pietro possa dirti anch'io: "Tu sai che ti voglio bene!".

sabato 25 maggio 2024

Me-mo-ria-le

Cara Desirée,

scrivendo un messaggio poco fa raccontavo di te e delle scelte di fede che stai compiendo da circa due anni in piena adolescenza.

Improvvisamente un po' di commozione.

Quante volte abbiamo detto "cresima"? Un sacco.

Ma qualcuno ti ha mai chiesto: "Desirée, presto mangerai l'Eucarestia per la prima volta! Ci hai pensato? Come ti senti?".

Lo faccio adesso.

Pubblicamente, in questa chat e sul mio blog.

Non aspetto tue risposte qui.

Questa domanda mi serve per leggere meglio il Vangelo.

Per capire meglio Gesù.

Il suo dire nell'ultima cena "Fate questo in memoria di me" non a bambini preoccupati di mani giunte e ostie da non masticare, ma ad adulti dalle mani avvezze a tirare su reti pesanti di pesce o a contare denaro delle tasse o a lottare contro i romani. Adulti che stanno mangiando e bevendo in memoria di quanto il Signore fece nella notte in cui il suo angelo passò e Israele divenne popolo, nonostante Egitto e Faraone.

Desirée, che da stasera mangerai in memoria di Gesù pane e berrai vino che non hai ancora mangiato e bevuto, le tue mani ora potranno ancor di più e meglio aprirsi per donare e il tuo vivere quotidiano avrà forza per essere "memoria", un segno che tutti posso vedere e che fa dire: "Perché dove passa lei resta l'impronta di cose belle e buone?".

È l'Eucarestia, memoria di Gesù per noi, che può renderci così.

Desirée, (e tutti noi non più bambini perplessi davanti a chi ci dice qualcosa su Gesù nel cuore, mentre invece finisce in pancia) puoi mangiare l'Eucarestia!

Ci pensi?

Come ti senti?

[Scritto su Whatsapp e "copiaincollato" qui].

venerdì 7 aprile 2023

Oggi, venerdì santo...

...è finita!

Anche se ti chiami Gesù di Nazaret e sei figlio di Giuseppe il carpentiere che raccontava di angeli vari inviati per il tuo concepimento e per farti nascere.

Anche se tua Madre è Vergine, senza peccato originale e ha parlato con l’arcangelo Gabriele.

Anche se sei Dio.

Tutto finisce, se decidi di diventare uomo, che per definizione prima del concepimento non esiste e con la morte ritorna a non esistere; se ti fai uomo ed entri nella storia, che è fatta di tempo che scorre inesorabilmente.

Anche se parli d’amore e compi gesti d’amore, come hai fatto Tu.

Dove sono ora i tuoi amati discepoli, i tuoi ciechi guariti, i tuoi sordi sanati, i tuoi lebbrosi purificati, i tuoi morti risuscitati?

Cosa ha insegnato agli adolescenti degli anni 70 e 80 la tragica conclusione di Love story?

Cosa ha trasmesso cantare dal 1977 in poi strofe come “E chissà se prima o poi/Se tu avrai compreso mai/Se ti sei voltata indietro/E chissà se prima o poi/Se ogni tanto penserai/Che io solo resto qui”; o dal 1993: “Chissà se tu mi penserai/Se con i tuoi non parli mai/Se ti nascondi come me/Sfuggi gli sguardi e te ne stai/Rinchiuso in camera e non vuoi/Mangiare/Stringi forte a te il cuscino/Piangi non lo sai/Quanto altre male ti farà la solitudine”?

E le coppie perfette che finiscono a lotte atroci in tribunali sulla pelle dei figli? E le malattie e le calamità che sembrano risucchiare nei loro buchi neri di sofferenza e angoscia proprio l’amore, a volte ancora fresco e tenero come i fiori nuziali o del battesimo, di un giovane matrimonio o di una giovane genitorialità?

Tutto finisce, anche l’amore!

Tutto finisce, anche il potere di chi Ti ha condannato a morte, quel Pilato che nel 36 d. C. scompare dai libri di storia senza lasciare più tracce di lui, richiamato a Roma per un ricorso (e Napoleone, Mussolini, Hitler, Stalin cosa saranno sempre più se non pagine ingiallite di storia?); anche i sotterfugi criminali della casta dei sommi sacerdoti che ti ha ostinatamente voluto crocifisso e che dopo qualche decennio, nel 70 d. C, con la distruzione del Tempio di Gerusalemme sparirà dalla vita del popolo ebraico, lasciandolo senza poter offrire più nulla a Dio.

È finita, Gesù!

Anche se noi come tutti gli anni abbiamo già organizzato i pranzi di Pasqua già per il giorno prima (abbiamo fretta… ci fa paura, troppa paura la morte. Non la sappiamo più nominare!), le uova di cioccolato, gli auguri, le gite e le abbuffate di pasquetta… è finita ognuna di queste cose prima che incominci, perché abbiamo il bisogno già di proiettarci verso l’altra (chi non ha già almeno un paio di idee per il 25 aprile, il primo maggio…?).

Mi manca il respiro se penso che 50 anni fa io non ero nemmeno un sogno di giovane donna che si immaginava mamma e fra 50 anni (o forse già fra un anno, un mese, un giorno) saranno finite tante, troppe realtà che vivo come se ci fossero e dovessero durare per sempre, la mia vita compresa. È questo strazio che ha vissuto tua Madre, questa oppressione che dai polmoni senz’aria come pugno violento giunge allo stomaco fino a diventare macigno sul cuore e in profondità artiglio e flagello che lacera l’anima?

È questo dolore che ha attraversato il cuore del tuo discepolo amato mentre ascoltava i tuoi rantoli sulla croce con i quali dicevi di aver sete? Come il nostro dolore assetato per l’assenza dei nostri nonni, genitori, amici la cui morte ci inquieta, ci rende gli occhi umidi e diventa presenza ingombrante di un vuoto alla bocca dello stomaco? Vuoto inquieto di amori, ancora una volta, spezzati e finiti…

È finita, Gesù!

Ma Tu, ostinato, mentre tutto finisce e si spezza, continui a creare legami d’amore: “Ecco tuo figlio… Ecco tua madre…” (Giovanni 19, 26.27).

Cos’è questo dare speranza ai mortali? Cos’è questo rilanciare la vita, gli affetti, i legami, gli amori a chi non riesce a viverli compiutamente? Perché prolungare ciò che farà soffrire e darà tormento? La tua ostinazione non è malvagità che illude gli uomini? Cosa pensi di compiere così?

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), come i nostri antichi contadini siciliani maestri di giardini colorati di aranci e mandarini e limoni: “Cuncìu lu fruttu!” e ora lo possiamo spaccare e mangiare e godercelo come se fosse una passione d’amore!

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), non: “È finita!”, come se il tuo essere spaccato sulla croce e mangiato nell’Eucarestia sia una passione d’amore che passa dall’albero alla bocca di chi lo mangia.

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), per questo mentre muori ricrei legami d’amore che adesso non saranno più mortali frutti dei limiti umani perché potranno contare sul dono maturo del Tuo Spirito (Giovanni 19, 30).

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), per questo ti fai seppellire in un giardino (Giovanni 19, 41), come seme già “cunciutu” dall’amore e dal perdono per la raccolta.

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), lasciandoci increduli davanti alla gioia che niente finisce davvero se può maturare in Te, passando da inquietudine e dolore a pacificazione e amore, da male a bene.

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), invitandoci a purificare lo sguardo e a vedere non il sepolcro nel giardino, ma il giardino che contiene il sepolcro, non la morte, ma le possibilità nuove che contiene il morire come seme in un giardino.

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), inviandoci come maestra di questa purificazione la Maddalena.

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), per sempre, una volta in più di ogni volta del nostro pensare che tutto finisce e del nostro dire che ormai è finita!

sabato 25 febbraio 2023

40 passi... circa! Passo 2

Questa foto fu fatta di domenica sera e rappresenta una sera di un giorno dopo il sabato di tanti anni fa (https://www.lachiesa.it/bibbia.php?ricerca=citazione&Citazione=Lc+24%2C13-35&Cerca=Cerca&Versione_CEI2008=3 ). A proposito, è il tabernacolo di San Luigi. Al centro si capisce bene chi c'è, ma i due che stanno ricevendo un pezzo di pane direttamente dal Signore potremmo chiamarli con tutti i nostri nomi. Venerdì il loro maestro è morto nel modo peggiore, si sono nascosti e alla fine  hanno deciso di scappare lontano da ogni cosa o persona che ricordasse loro la tragedia di Gesù. Ma Cristo non tradisce: si accosta, cammina con loro, li ascolta, si confronta con le loro ansie e paure e disperazioni... "Resta con noi!", lo invitano alla fine. Resta con noi, Signore, in questo cammino lungo intere settimane. Resta con noi, nel dono del Tuo Corpo e Sangue offerti per noi! https://youtu.be/PUFlAzyWMY4

sabato 23 maggio 2015

Carissimo.../1

Carissimo,
sai bene che è da tanto che penso di scriverti. Ci riesco oggi perché la spinta della felicità è stata più forte delle altre precedenti spinte pensose e inquiete. Sono sorpreso, sono testimone di qualcosa che mi supera pur appartenendomi, almeno in parte, come servo inutile che si è scommesso in un'operazione più grande di lui (e proprio per questo impossibile da fare se non insieme).
Hai visto poco fa, naturalmente. È scattato qualcosa dentro il loro vissuto, non si può dire altrimenti. Sono felice per la semplicità e la trasparenza che manifestano, per l'accoglienza che riservano a quanto compi in loro, per il desiderio che emerge di continuare così. Avrei mai immaginato qualcosa del genere? Credo di no... quindi è vero che non prendo molto sul serio quanto mi dici e mi proponi, almeno non fino a certe profondità. Grazie perché vai avanti lo stesso e sai su cosa puntare per agire.
Continua così, per favore! Oggi è stato bellissimo capire che mi hai donato d'incontrare tre persone che rivelano un desiderio forte di non trascurare la risposta agli inviti che fai loro. Continua a rafforzare la vostra unione. Domani sarai tutto per loro: grazie! Tienile sempre d'occhio: farete grandi cose insieme!

giovedì 8 settembre 2011

Citazioni citabili alla chiusa di una mattina indicibile

Ciò fu per me qualcosa di completamente nuovo. Nelle sinagoghe e nelle chiese protestanti, che ho frequentato, i credenti si recano alle funzioni. Qui però entrò una persona nella chiesa deserta, come se si recasse ad un intimo colloquio. Non ho mai potuto dimenticare l’accaduto” (Edith Stein, prima della maturazione della scelta di essere battezzata, in riferimento alla presenza dell'Eucarestia nei tabernacoli delle chiese cattoliche, al vedere, nel 1917, da ragazza, una popolana, con la cesta della spesa, entrare nel Duomo di Francoforte e fermarsi per una preghiera).

«L’esperienza del distacco, già orientato a un presente di risurrezione, rende ogni partenza provvidenziale. E la prospettiva della risurrezione ci fa capire che ogni prova è per il nostro bene e ciò che il nostro cuore trattiene ancora di terreno lo si deve orientare verso il cielo» (il cardinale Scola salutando i fedeli dopo dieci anni di servizio pastorale a Venezia).

Con dedica a chi cerca l'essenziale e a chi si domanda ancora perché nella Chiesa è così facile partire, lasciare, cambiare, andare...

Ah... nelle chiese può cambiare tutto e possono cambiare tutti, ma Qualcuno da 2000 anni (non solo dal 1917) è ancora lì! Meno male!