Carissimo,
sai bene che è da tanto che penso di scriverti. Ci riesco oggi perché la spinta della felicità è stata più forte delle altre precedenti spinte pensose e inquiete. Sono sorpreso, sono testimone di qualcosa che mi supera pur appartenendomi, almeno in parte, come servo inutile che si è scommesso in un'operazione più grande di lui (e proprio per questo impossibile da fare se non insieme).
Hai visto poco fa, naturalmente. È scattato qualcosa dentro il loro vissuto, non si può dire altrimenti. Sono felice per la semplicità e la trasparenza che manifestano, per l'accoglienza che riservano a quanto compi in loro, per il desiderio che emerge di continuare così. Avrei mai immaginato qualcosa del genere? Credo di no... quindi è vero che non prendo molto sul serio quanto mi dici e mi proponi, almeno non fino a certe profondità. Grazie perché vai avanti lo stesso e sai su cosa puntare per agire.
Continua così, per favore! Oggi è stato bellissimo capire che mi hai donato d'incontrare tre persone che rivelano un desiderio forte di non trascurare la risposta agli inviti che fai loro. Continua a rafforzare la vostra unione. Domani sarai tutto per loro: grazie! Tienile sempre d'occhio: farete grandi cose insieme!

...e quando Hathi, l'elefante selvaggio che vive cento anni e più, vide affiorare una lunga e sottile cresta di roccia azzurrina, proprio nel bel mezzo della corrente, capì che quella era la roccia della pace ed immediatamente alzò la proboscide e proclamò la "tregua dell'acqua" [...]. Secondo la Legge della giungla è punito con la morte chi uccida ai posti d'abbeverata, una volta dichiarata la tregua dell'acqua. (dal racconto Come nacque la paura, in La giungla nel branco)
sabato 23 maggio 2015
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