...per il libretto della Route estiva di quest'anno del Clan/Fuoco del gruppo Agesci Vittoria 7, il capoclan mi ha chiesto una riflessione conclusiva. L'assistente di clan aveva individuato alcune parole chiave. Per l'ultimo giorno la parola è continuare, dopo aver camminato per una settimana con Mosè (sì, quel Mosè).
Ho risposto così.
Salvato dalle acque alla nascita per morire anziano a un passo dal trionfo?
La vita è strana...
...è quella persona cara (almeno credevi) che a un passo dal sigillare la vostra amicizia con un bellissimo gesto scompare dalla tua vista;
...è quel servizio, magari con i più piccoli agli scout, che a un passo dall'essere un successo in cui tutti ti fanno i complimenti, diventa invece fatica senza nessuno a dirti quanto sei in gamba;
...è quell'impegno di scuola o di lavoro che non riceve il voto o il riconoscimento che prevedevi;
...sei tu che spesso puoi chiederti nel nostro dialetto se stai rimanendo ccu l'uocci cini e i manu vacanti o se, come Mosè sul monte, puoi guardare la terra promessa che sognavi e scoprire che l'hai già raggiunta.
Sì, perché Mosè sul monte anni prima ha incontrato Dio.
E a che ti serve ricevere un regalo da qualcuno se poi vi dimenticate a vicenda (come farà pian piano e spesso il popolo entrando nella terra promessa)?
Mosè guarda il regalo e capisce che, se anche non gli può appartenere, lui ha già raggiunto ciò che più conta: la relazione con Dio.
Che non finiremo mai di perfezionare, che avrà sempre bisogno che rinunciamo al nostro orgoglio e superbia, che è sempre fatta di donarsi perché gli altri entrino nella terra promessa, ma che è la relazione che ci rende salvati come Mosè: da noi stessi innanzitutto, per essere davvero liberi di continuare sempre a camminare verso Dio, ascoltando quella Parola che confonde i superbi faraoni e innalza chi si fa umile.
La route finisce, ma la nostra vita continua! Buona strada!