Premessa: è il 2023, e proprio uno o due giorni circa prima della domenica precedente a quella di Pasqua (quella in cui si legge la Passione del Signore; poi è anche quella in cui scout e varie altre persone si autofinanziano vendendo rametti d'ulivo e foglie di palme più o meno intrecciate), mi ammalo. Fino al venerdì santo escluso non esco. Ho però recuperato pochissimo la voce. Per questo scrivo l'omelia del venerdì santo e della veglia pasquale. La prima è qui: https://elefantesapiente.blogspot.com/2023/04/oggi-venerdi-santo.html?m=1, mentre la seconda è qui sotto. Diciamo che sono collegate. Buona Pasqua di risurrezione in Cristo Gesù!
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“Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù” (Giovanni 20, 41-42).
Queste le ultime parole del brano del Vangelo secondo Giovanni ascoltato ieri durante la celebrazione della Passione del Signore.
Proviamo a entrare in questo giardino, ad occhi chiusi, delicatamente per ascoltarne le voci che da lontano nel tempo ancora riecheggiano in esso… Si sente ancora l’eco dei lavori di piantumazione:
“Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a Oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. […] Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse o lo custodisse” (Genesi 2, 8.15).
Sì, siamo dentro un giardino antico, ha l’età del creato, ha visto tutta la storia dell’umanità. Senza essere indiscreti, possiamo sentire i sospiri d’amore di cui è stato testimone:
“Dov’è andato il tuo amato,
tu che sei bellissima tra le donne?
Dove ha diretto i suoi passi il tuo amato,
perché lo cerchiamo con te?
L’amato mio è sceso nel suo giardino
Fra le aiuole di balsamo,
a pascolare nei giardini
e a cogliere gigli.
Io sono del mio amato
e il mio amato è mio;
egli pascola tra i gigli (Ct 6, 1-4).
Un ultimo sforzo, non apriamo ancora gli occhi. I sospiri si trasformano, adesso sono singhiozzi, è un pianto a dirotto. L’amore ha impresso la sua ferita mortale e la donna piange. Si chiama Maria, viene da Màgdala. Piange proprio vicino al sepolcro di Gesù. Non disturbiamo con parole vuote il suo dolore, così simile a tanti nostri dolori. Piangiamo con lei tutte le nostre lacrime d’amore, perché è l’amore che rende dolorosa l’assenza di chi amiamo e solo l’amore può confortare chi piange per amore.
Solo l’amore può riportare l’armonia nel creato che per amore Dio ha donato all’uomo perché lo amasse.
Solo l’amore può riportare insieme due innamorati che conoscono qual è il luogo delle loro anime che li unisce anche oltre la morte.
Solo l’amore può far piangere per la morte ed essere più forte di lei da far vivere per sempre chi è amato d’amore immortale.
“Donna, perché piangi? Chi cerchi?”, (Giovanni 20, 15) chiese l’Amore.
“Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo” (Giovanni 20, 15), rispose l’amata nella sua inquietudine per la morte dell’amato.
“Gesù le disse: -Maria!-. Ella si voltò e gli disse […]: -Maestro!-“ (Giovanni 20, 16).
Non guardare curioso i loro sguardi innamorati incrociarsi, segui gli occhi di Maria e fissa i tuoi in Gesù, lascia che pronunci il tuo nome e il giardino diventi il tuo giardino d’amore.
Non più la tomba di Gesù, ma il giardino della tua storia voluta da sempre dall’amore di Dio, in cui Gesù è custodito come seme perché germogli in te rendendoti figlio amato. Nonostante i peccati, nonostante le difficoltà dell’amore, nonostante ciò che spezza l’amore. Il seme, che è in te e che è lo Spirito di Gesù, è sempre pronto a germogliare chiamandoti per nome.
È così che Gesù ha agito e agisce: in te, in ogni uomo, nelle vicende piccole e grandi, semplici e terribili della storia umana.
Che da stasera, ancora una volta, è la storia dell’Amore Crocifisso e Risorto che ama e vince per noi!
Buona Pasqua del Signore Crocifisso e Risorto per amore!