Era il 2000 (mese più, mese meno) e Luciano, fra musica e parole, evitava tutte le onomatopee che oggi rendono salata la terra e mi faceva sentire "lì, sempre lì, lì nel mezzo", perché "finché ce ne hai, finché ce ne hai, stai lì".
Ti ho preso troppo sul serio, sai? E se da un lato mi apprezzo per essere lì, "a coprire certe zone" (Ragusa, Santa Croce, Acicastello, oggi), mi sento davvero me stesso nel sentirmi dire di aver fatto il mediatore, mi ritrovo un po'... bisognoso di divano ritornato a Ragusa, dall'altro mi chiedo se non sia diventando un vezzo, una parte, se rinuncio per partito preso a quel guizzo, a quella fantasia, a quel virtuosismo che, ogni tanto, è concesso anche a chi "natura non [...] ha dato né lo spunto della punta né del dieci". Che peccato!
O no?
O è riflessione verso un nuovo equilibrio possibile?

...e quando Hathi, l'elefante selvaggio che vive cento anni e più, vide affiorare una lunga e sottile cresta di roccia azzurrina, proprio nel bel mezzo della corrente, capì che quella era la roccia della pace ed immediatamente alzò la proboscide e proclamò la "tregua dell'acqua" [...]. Secondo la Legge della giungla è punito con la morte chi uccida ai posti d'abbeverata, una volta dichiarata la tregua dell'acqua. (dal racconto Come nacque la paura, in La giungla nel branco)
domenica 27 ottobre 2013
I miei soliloqui hanno a volte una colonna sonora - 5 (Una vita da mediano)
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