Sacrificio: non mancanza di qualcosa o privazione, ma, al contrario, presenza, poter disporre di se stessi per trasformarsi in offerta gradita a Dio (eco di don Milani in questa lettera del 14 marzo 1944 alla madre: Quando uno liberamente regala la sua libertà è più libero di uno che è costretto a tenersela).
Nella lettera agli Ebrei, dall'umanità di Cristo vissuta come dono al Padre fino alla fine si giunge al fatto che Gesù è, in quanto martire-testimone perfetto di questo dono, sacerdote. Prima, il sacerdozio era ciò che ti abilitava a offrire il sacrificio. In Cristo, siamo partecipi del suo sacerdozio e possiamo offrire noi stessi a Dio.
A cosa porta la dinamica di un'esistenza sacerdotale (nel senso cristiano fondamentale, prima che nel senso dell'essere prete)? A domandarsi radicalmente se:
1. mi appartengo veramente (ho raggiunto la maturità e l'equilibrio per scegliere chi essere e come vivere);
2. sono davvero libero?

...e quando Hathi, l'elefante selvaggio che vive cento anni e più, vide affiorare una lunga e sottile cresta di roccia azzurrina, proprio nel bel mezzo della corrente, capì che quella era la roccia della pace ed immediatamente alzò la proboscide e proclamò la "tregua dell'acqua" [...]. Secondo la Legge della giungla è punito con la morte chi uccida ai posti d'abbeverata, una volta dichiarata la tregua dell'acqua. (dal racconto Come nacque la paura, in La giungla nel branco)
martedì 22 gennaio 2019
Esercizi spirituali/3
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