Ogni volta che viene a galla il ricordo di quella domenica (mattina sul tardi prima di tornare a casa a pranzo, mi sembra, oppure primo pomeriggio dopo pranzo) si colora subito di nostalgia e tristezza tenute insieme da un leggero sorriso che appare sul mio viso.
Casa in via Montebello, secondo piano, stanza col pianoforte che da tre anni praticamente era diventata la mia stanza dove studiare (poi c'era anche quella a casa mia, ma ci stavo poco), preoccupazione molto seria per il compito d'italiano, l'ultimo dell'anno, ormai vicino: stavolta avremmo dovuto per forza affrontare la traccia di storia.
Ma da quanto tempo non studiavamo storia? Quanti capitoli avevamo in arretrato? Quanto basta per metterci in agitazione...
E mentre noi, adolescenti ancora inesperti dei problemi veri della vita, ci agitavamo per così poco, il nostro insegnante di storia e filosofia, il prof. Alfieri, inaspettatamente e improvvisamente moriva.
Era il 12 maggio 1991, ad oggi sono passati trentaquattro anni e una settimana.
Sarebbe stato bello e interessante completare il liceo con lui e scoprire cosa avrebbe detto dei miei corsi di filosofia e dei miei autori... mai chiesto a lui, credo, quali fossero i suoi (ma a 16 anni che ne sai!).
E sarà bello in altro post ricordare qualcosa di lui, del suo stile, del suo stare tra noi.