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sabato 9 agosto 2025

Edith

Tedesca, ebrea, atea poi agnostica, battezzata nella Chiesa Cattolica, intanto filosofa e discepola della cerchia ristretta di Husserl di cui sapeva applicare benissimo il metodo della fenomenologia che poi seppe far dialogare col pensiero di san Tommaso d'Aquino, diventa carmelitana a Colonia, per proteggerla dai nazisti viene accolta successivamente nel Carmelo di Echt in Olanda da dove i nazisti preleveranno lei e la sorella il 2 agosto, per deportarle ad Auschwitz il 7.

Il 9 agosto del 1942 la camera a gas di Auschwitz è il Golgota su cui Gesù il Crocifisso Risorto compie la sua opera di salvezza dal Male attraverso il martirio di suor Teresa Benedetta della Croce, dichiarata santa nel 1998 e compatrona d'Europa l'anno seguente.

Dallo studio sull'empatia all'ultima opera incompleta Scientia Crucis interrotta dal martirio, passando per i saggi sulla vocazione della donna secondo la natura e la grazia, Edith ha un patrimonio di ricerca della Verità testimoniato con la vita da donare a tutti noi.

venerdì 5 ottobre 2018

Anniversari

2018. 26 anni fa oggi la mia patente era pronta, 25 anni fa mi diplomavo, 19 anni fa diventavo prete e proprio oggi diventavo baccelliere in teologia, 13 anni fa ieri completavo gli studi di filosofia a Roma con l'esame finale orale di licenza. Il tempo passa, arrivano gli acciacchi e oggi scopri che tornare ad attraversare a piedi viale delle Americhe, partendo dal Marylin fino alla porta posteriore di San Luigi, è come una grande vittoria!

martedì 26 aprile 2011

C'è vita e Vita

Tempo fa, Pandaconlemacchie aveva così commentato il post Barriti nella giungla - 6:


è bello scoprire come tutto ciò che ti circonda ti renda partecipe, quanto tutto accade pe(r) qualcosa, quanto tu appartenga a ogni istante di vita che è attorno a te, e quanto questa appartenga naturalmente a te. Tu sei sua..e lei, anche se non totalmente, è tua. :)


Mi aveva affascinato, di queste parole, l'avverbio "totalmente". Riesco a capire Pandaconlemacchie? Forse no, nonostante io sia famoso per le mie notevoli capacità di osservazione (questa non la capirà quasi nessuno). Quindi spiego perché sono rimasto affascinato da "totalmente" e Pandacolemacchie, se vorrà, mi dirà quanto l'ho capita.


C'è, quindi, la vita e ci sono io. Io sono totalmente della vita, ma lei no, mi supera, è più grande di me. Sono una parte di qualcosa che è più di me. Eppure, sono acqua, sono aria, sono carbonio, in me avvengono combustioni, sono, direbbero i miei amici medievali, microcosmo. Tutto è in me! Ma è vero, non tutto è totalmente in me. Sono piccolo, piccolissimo. Ma anche capace di pensare (oltrepassare la materia), di produrre cultura (oltrepassare il tempo), di interagire con l'ambiente (oltrepassare i limiti imposti dallo spazio e i condizionamenti fisici e naturali).


In uno dei suoi Pensieri (promessa: lo cito meglio in un prossimo post), così scrive Pascal:


Che cos'è in fondo l'uomo nella natura? Un nulla rispetto all'infinito, un tutto rispetto al nulla; un qualcosa di mezzo tra il niente e il tutto. Infinitamente lontano dall'abbracciare gli estremi, la fine delle cose e il loro principio gli sono invincibilmente nascosti in un impenetrabile segreto, ed egli è ugualmente incapace di vedere il nulla da cui è stato tratto e l'infinito dal quale è inghiottito.


Ora, e infine: totalmente la vita non mi appartiene, ma io appartengo totalmente ad essa e in questa consapevolezza lucida di appartenergli mi scopro proiettato verso l'infinito tanto da non restare schiacciato dalla mia piccolezza. Mi viene un sospetto: forse stiamo parlando o siamo in presenza non di una vita, ma della Vita.


Così chiudo, sapendo di essere stato forse complicato e oscuro. Caso mai qualcuno si volesse avventurare, useremo i commenti per chiarire.