venerdì 23 maggio 2025

Tra il Calvario e Fatima/4

Si parlava ieri con una persona della nostra comunità sul “mese di maggio”.

Vorrei invitare chi legge ad una riflessione.

Papa Leone, il 10 maggio, parlando ai cardinali, ha detto


E in proposito vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione, in tale cammino, alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II.

In questo Concilio (iniziato nel 1962 e finito nel 1965) si parlò anche di liturgia. In uno dei documenti del Concilio (Sacrosanctum Concilium, n. 102.103) si legge così:

La santa madre Chiesa […] nel corso dell'anno poi, distribuisce tutto il mistero di Cristo dall'Incarnazione e dalla Natività fino all'Ascensione, al giorno di Pentecoste e all'attesa della beata speranza e del ritorno del Signore. […]

Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con particolare amore la beata Maria, madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l'opera della salvezza del Figlio suo: in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in lei contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa desidera e spera di essere nella sua interezza.

Insomma, ogni anno, grazie ai tempi della liturgia (Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua, Ordinario), noi possiamo vivere insieme a Cristo, possiamo dire con San Paolo, nella lettera ai Galati 2, 20, “non vivo più io, ma Cristo vive in me”. La vita di Cristo è Mistero (attenzione: mistero non vuole dire una cosa incomprensibile, ma il progetto di salvezza di Dio che è troppo infinito per essere capito tutto in una volta e per realizzarsi in tutti e per sempre in un attimo). Noi celebriamo nei tempi della Liturgia questo Mistero, cioè accogliamo in noi la vita di Cristo e la salvezza di Dio.

Ora, questo lo facciamo sempre con Maria, Madre di Gesù, vero Dio che in lei diventa e nasce anche vero uomo.

In Avvento, con Maria ci prepariamo alla venuta ultima del Signore Gesù, scoprendo in Lei e nel suo sposo Giuseppe, che lo hanno accolto da genitori, come prepararci ad accogliere il Signore che viene e imparando con Maria sua Madre a contemplarLo , nei giorni del Tempo di Natale, vero Dio che è nato in mezzo a noi ed è anche vero uomo.

In Quaresima con Maria, nostra sorella che come noi ha compiuto il cammino della fede, ascoltiamo il Signore Gesù che con la Sua Parola ci invita a camminare per convertire mente e cuore, morire con Lui e risorgere con Lui, vivendo così il tempo di Pasqua fino a Pentecoste con Maria, donna della speranza che con noi e per noi prega perché lo Spirito di Suo Figlio Risorto, lo Spirito Santo, possa guidare davvero le nostre vite.

Infine, nel Tempo Ordinario, con Maria continuiamo ad ascoltare la Parola del Signore Gesù, affinché, guidati dallo Spirito Santo, ogni giorno possiamo con la vita annunciare la morte del Signore, proclamare la Sua risurrezione, attendere la Sua venuta.

Insomma, in parrocchia, se volete, la statuetta della Madonna che è stata accolta finora da quattro famiglie ed è stata richiesta da altre tre, può non fermarsi mai, a giugno, luglio, agosto…

Come dice un proverbio che ognuno modifica secondo i suoi desideri, “quello che fai a Capodanno, lo fai tutto l’anno”. Guarda caso, il 1 gennaio è la solennità di Maria Santissima Madre di Dio…

…con Maria a capodanno, con Maria tutto l’anno!

Non fermiamoci mai, allora, nell’invocare la Vergine Maria, come ci insegnano i pastorelli di Fatima, perché preghi Dio nostro Padre per la nostra conversione e di tutta l’umanità. Non fermiamoci mai nel chiedere a Maria, Madre della Chiesa, di pregare perché lo Spirito Santo possa sempre più guidare la nostra comunità ad essere sempre più come la vuole Gesù.


Capaci/4

Poco prima di compiere 18 anni... bum!

Poco prima di compierne 49... bum in Ucraina, splash in Emilia-Romagna, the end di un'avventura quasi decennale (senza bombe e alluvioni, ma è stata destabilizzante).

La vita sembra sempre rivestirsi di opacità e lasciare macchie di ombre scure più forti dei raggi di sole che ci hanno riscaldato il cuore.

Oggi è festa perché la mafia può aver vinto una battaglia e dopo 31 anni aver ancora vitalità, ma il sacrifico di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, chi in ogni guerra porta più che odio la speranza di un mondo fraterno, chi si offre per risollevare le sofferenze altrui, sono il segno di ciò che è profondamente umano e muove la storia.

Ditemi che sono banale: il bene si manifesta debolmente, ma perché agisce in profondità, crea radici, dissoda il terreno, mentre il male, che è capace di fare un baccano tremendo, alla fine è stato bravo solo a increspare la superficie della storia.

Anzi banale e bigotto o creduloni...

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Era il 23 maggio 2023 e scrivevo quanto sopra, fino a creduloni (che forse doveva essere credulone), in attesa di un completamento del post che non è avvenuto e non avverrà: non ricordo minimamente come avrei voluto continuare. Non ricordavo neanche di aver iniziato questo post.

Ma mi sembra un bel post. E oggi, a due anni di distanza, lo pubblico così. Completo fino alla parola “storia”, incompleto (cioè da portare sempre avanti) come l’impegno a rendere, la nostra storia, storia del bene, nonostante tutto.

martedì 20 maggio 2025

Dall'88 al '93, come se fosse soltanto ieri, come se fu appena un giorno.../1

Ogni volta che viene a galla il ricordo di quella domenica (mattina sul tardi prima di tornare a casa a pranzo, mi sembra, oppure primo pomeriggio dopo pranzo) si colora subito di nostalgia e tristezza tenute insieme da un leggero sorriso che appare sul mio viso.

Casa in via Montebello, secondo piano, stanza col pianoforte che da tre anni praticamente era diventata la mia stanza dove studiare (poi c'era anche quella a casa mia, ma ci stavo poco), preoccupazione molto seria per il compito d'italiano, l'ultimo dell'anno, ormai vicino: stavolta avremmo dovuto per forza affrontare la traccia di storia.

Ma da quanto tempo non studiavamo storia? Quanti capitoli avevamo in arretrato? Quanto basta per metterci in agitazione...

E mentre noi, adolescenti ancora inesperti dei problemi veri della vita, ci agitavamo per così poco, il nostro insegnante di storia e filosofia, il prof. Alfieri, inaspettatamente e improvvisamente moriva.

Era il 12 maggio 1991, ad oggi sono passati trentaquattro anni e una settimana.

Sarebbe stato bello e interessante completare il liceo con lui e scoprire cosa avrebbe detto dei miei corsi di filosofia e dei miei autori... mai chiesto a lui, credo, quali fossero i suoi (ma a 16 anni che ne sai!).

E sarà bello in altro post ricordare  qualcosa di lui, del suo stile, del suo stare tra noi.


lunedì 19 maggio 2025

Dall'88 al '93, come se fosse soltanto ieri, come se fu appena un giorno.../Intro

In effetti ci penso da un po', a questa nuova serie di post che come tante altre o tanti post che aspettano una seconda parte rischia di non essere mai proseguita più di tanto. Ma vedremo...

Intanto, la chat di Whatsapp, anche quella con periodi di grande vuoto e momenti di scambi di un certo tenore, della VB, ha fatto da piccolo detonatore. E quindi lasciamo fluire i ricordi, che diventano pensieri e alla fine parole che formano altri post salvati in questo blog...

Fb, macchina del tempo come poche/Varie

 Alla ricerca di altro, scopro che a commento di un post del 2 dicembre 2018 avevo scritto:

La tenda è il segno concreto che una piccola e povera parrocchia come San Luigi può fare (oltre all'accoglienza prolungata in canonica e altro che lascio sottinteso). Io direi che non si può essere cristiani e non fare nulla e, per chi è iscritto a un partito, subire supinamente le direttive partitiche, Lega o altro che sia. Ho l'impressione che servirebbe un nuovo appello ai liberi e forti, ma non ci sono nuovi Sturzo all'orizzonte. Una nuova coscienza politica oggi per il cittadino medio dovrà passare per la riconsiderazione critica del passato prossimo del nostro Paese (berlusconismo e antiberlusconismo come condizionamenti reciproci e incapaci di superarsi in una sintesi diversa e nuova, renzismo come elitarismo all'interno del Pd e incapace di ascoltare, prima ancora di comunicare, la pancia dell'Italia), al fine di scoprire nuove chiavi di lettura per il momento storico che stiamo vivendo e non subire in chiave populista esigenze e bisogni popolari. Infine, resta l'incapacità ormai quarantennale della Chiesa italiana (pastori e laicato) di elaborare un percorso capace di far lavorare le coscienze, intese come luoghi personali e comunitari di ricerca del bene comune. A me, che mi sento a volte un sopravvissuto, un eretico rispetto allo stile pastorale imperante, un finto intellettuale da strapazzo (questo post lo dimostra), ormai non resta che puntare sui piccoli segni, sapendo che quei cristiani che non mi capirebbero se dicessi loro cosa votare, non mi capiscono neanche quando accogliamo Rita (pare che qualcuno ha cambiato parrocchia) e si lamentano quando chiedo mezz'ora della loro vita per stare con Destiny e Daniel. Ma le chiacchiere, le prediche, le lamentele svaniscono, il bene compiuto no. Sono posteggiato davanti casa vostra, fra poco ci vedremo.


Narcisisticamente, sono ammirato del me stesso di 6/7 anni fa: ho scritto cose che oggi non saprei riscrivere così e che rispecchiano perfettamente quello che penso ancora oggi (questo forse è un problema... o per me perché non vedo i cambiamenti avvenuti, o per la situazione perché cambiamenti effettivi non ce ne sono stati...).

martedì 13 maggio 2025

Tra il Calvario e Fatima/3

È il 13 ottobre 1917. In Portogallo, vicino al comune di Fatima, in una contrada di campagna chiamata in portoghese Cova da Iria, tre bambini incontrano per la sesta volta una Signora.

"[...] appena apparsa la Signora, Lucia domandò “Signora chi siete e cosa volete da me?”; e Lei subito rispose: “Io sono la Signora del Rosario; voglio una cappella costruita qui in mio omaggio; che continuino a recitare il rosario tutti i giorni. La guerra finirà e i soldati torneranno presto alle loro case; gli uomini non devono offendere il Signore che è già troppo offeso” (da https://www.famigliacristiana.it/articolo/oggi-e-la-madonna-di-fatima-dalle-apparizioni-al-terzo-segreto.aspx).

E quindi, chiedendo ai santi fratellini Giacinta e Francesco Marto di pregare per noi, proviamo anche noi ad accogliere le parole che Maria, Madre del Signore Gesù, rivolse alla piccola Lucia.

Proviamo a non trascurare la preghiera.

Proviamo a costruire una "cappella": cioè prendiamoci cura della nostra fede (conosciamo il Vangelo? Viviamo la Messa e la confessione con consapevolezza?) e della nostra comunità parrocchiale (i piccoli, i poveri, coloro che non partecipano alla vita della parrocchia, i problemi materiali delle strutture).

Proviamo a smettere di avere qualcuno con cui fare la "guerra" e cerchiamo di non offendere il Signore con ipocrisie, maldicenze, pettegolezzi verso gli altri.

Signora del Rosario che a Fatima sei apparsa ai tre piccoli pastori, che sono tra i prediletti di tuo Figlio, prega per noi perché sappiamo onorarti veramente e con scelte di vita e comunitarie che corrispondano ai tuoi desideri!

domenica 20 aprile 2025

Giardino o sepolcro?

Premessa: è il 2023, e proprio uno o due giorni circa prima della domenica precedente a quella di Pasqua (quella in cui si legge la Passione del Signore; poi è anche quella in cui scout e varie altre persone si autofinanziano vendendo rametti d'ulivo e foglie di palme più o meno intrecciate), mi ammalo. Fino al venerdì santo escluso non esco. Ho però recuperato pochissimo la voce. Per questo scrivo l'omelia del venerdì santo e della veglia pasquale. La prima è qui: https://elefantesapiente.blogspot.com/2023/04/oggi-venerdi-santo.html?m=1, mentre la seconda è  qui sotto. Diciamo che sono collegate. Buona Pasqua di risurrezione in Cristo Gesù!

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“Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù” (Giovanni 20, 41-42).

Queste le ultime parole del brano del Vangelo secondo Giovanni ascoltato ieri durante la celebrazione della Passione del Signore.

Proviamo a entrare in questo giardino, ad occhi chiusi, delicatamente per ascoltarne le voci che da lontano nel tempo ancora riecheggiano in esso… Si sente ancora l’eco dei lavori di piantumazione:

“Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a Oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. […] Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse o lo custodisse” (Genesi 2, 8.15).

Sì, siamo dentro un giardino antico, ha l’età del creato, ha visto tutta la storia dell’umanità. Senza essere indiscreti, possiamo sentire i sospiri d’amore di cui è stato testimone:

“Dov’è andato il tuo amato,

tu che sei bellissima tra le donne?

Dove ha diretto i suoi passi il tuo amato,

perché lo cerchiamo con te?

L’amato mio è sceso nel suo giardino

Fra le aiuole di balsamo,

a pascolare nei giardini

e a cogliere gigli.

Io sono del mio amato

e il mio amato è mio;

egli pascola tra i gigli (Ct 6, 1-4).

Un ultimo sforzo, non apriamo ancora gli occhi. I sospiri si trasformano, adesso sono singhiozzi, è un pianto a dirotto. L’amore ha impresso la sua ferita mortale e la donna piange. Si chiama Maria, viene da Màgdala. Piange proprio vicino al sepolcro di Gesù. Non disturbiamo con parole vuote il suo dolore, così simile a tanti nostri dolori. Piangiamo con lei tutte le nostre lacrime d’amore, perché è l’amore che rende dolorosa l’assenza di chi amiamo e solo l’amore può confortare chi piange per amore.

Solo l’amore può riportare l’armonia nel creato che per amore Dio ha donato all’uomo perché lo amasse.

Solo l’amore può riportare insieme due innamorati che conoscono qual è il luogo delle loro anime che li unisce anche oltre la morte.

Solo l’amore può far piangere per la morte ed essere più forte di lei da far vivere per sempre chi è amato d’amore immortale.

“Donna, perché piangi? Chi cerchi?”, (Giovanni 20, 15) chiese l’Amore.

“Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo” (Giovanni 20, 15), rispose l’amata nella sua inquietudine per la morte dell’amato.

“Gesù le disse: -Maria!-. Ella si voltò e gli disse […]: -Maestro!-“ (Giovanni 20, 16).

Non guardare curioso i loro sguardi innamorati incrociarsi, segui gli occhi di Maria e fissa i tuoi in Gesù, lascia che pronunci il tuo nome e il giardino diventi il tuo giardino d’amore.

Non più la tomba di Gesù, ma il giardino della tua storia voluta da sempre dall’amore di Dio, in cui Gesù è custodito come seme perché germogli in te rendendoti figlio amato. Nonostante i peccati, nonostante le difficoltà dell’amore, nonostante ciò che spezza l’amore. Il seme, che è in te e che è lo Spirito di Gesù, è sempre pronto a germogliare chiamandoti per nome.

È così che Gesù ha agito e agisce: in te, in ogni uomo, nelle vicende piccole e grandi, semplici e terribili della storia umana.

Che da stasera, ancora una volta, è la storia dell’Amore Crocifisso e Risorto che ama e vince per noi!

Buona Pasqua del Signore Crocifisso e Risorto per amore!

mercoledì 19 marzo 2025

La custodia

5 anni fa ci siamo affidati a lui perché ci custodisse durante il covid. Ripropongo qui i messaggi inviati allora alla lista broadcasting di Whatsapp proprio in riferimento a San Giuseppe, come augurio a chi oggi fa l'onomastico e a tutti i papà!

P.S.: gli altri messaggi, prima o poi in modo completo, li trovate cliccando su https://elefantesapiente.blogspot.com/p/diario.html?m=1

16 MARZO 2020


Sorpresa proprio prima di aprire la chiesa, un'oretta fa: «Tieni... per i poveri... la spesa... fai tu...». E via di corsa, senza quasi neppure il tempo di ricevere un grazie. Lasciandomi a pensare che oggi più che mai occorre 'restare umani' (si diceva così qualche mese fa?), diventando custodi dell'altro che ci viene affidato, con i gesti quotidiani dell'amore che ha pazienza, accoglie, perdona, è umile, sorride. San Giuseppe, che festeggeremo giovedì prossimo, custode di Gesù e Maria, è l'esempio per eccellenza di questo amore. Chiediamogli di pregare per noi e con noi il buon Dio, Padre nostro. https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/29255_La_preghiera_di_affidamento_a_san_Giuseppe.php

17 MARZO 2020


Quante storie di noi racconta il nostro viso? Gli occhi sorridenti, la piega attorno alla bocca quando siamo pensierosi, i capelli diradati e la barba brizzolata per l'età... Il viso di Giuseppe, figlio di Giacobbe, discendente del re Davide e del patriarca Abramo, come il nostro, narra una storia, fatta di battaglie e quiete, antichi re e attuale condizione ordinaria, fede e incredulità. Ma proprio lui, figlio di questa storia, è lo sposo della donna che partorisce il Dio con noi. Nella nostra storia, oggi impaurita ma segnata dalle gioie di una vita, il Signore ci chiama e ci dona la forza di essere "sposi": come l'ordinario sposo san Giuseppe, custodi di quanto ci ha portato fin qui, senza temere gli errori fatti e valorizzando la memoria dei doni ricevuti; come ogni sposo il cui viso il giorno delle nozze manifesta alla donna amata speranza nella vita, costi quel che costi.
A te,
o beato Giuseppe,
stretti dalla tribolazione ricorriamo, fiduciosi
invochiamo il tuo patrocinio e quello di Maria, tua sposa.

18 MARZO 2020


Io proverei a scolpirle rozze, scheggiate, rugose, callose e screpolate, le mani di san Giuseppe. Sono o non sono le mani di un artigiano? Sono o non sono le mani di chi è stato braccato dai soldati e per difendere e salvare moglie e Figlio è scappato lontano, oltre i confini del suo paese? Sono o non sono le mani di un uomo che è detto giusto? E il giusto le mani non le tiene lisce e morbide perché non fa il male, ma le usura nel compiere il bene. In questi giorni, spunteranno sulle nostre mani i calli delle carezze a figli e coniugi, le screpolature per i segni di Croce delle nostre preghiere, i segni di chi con pazienza ripete all'infinito gesti casalinghi di tenacia e speranza? San Giuseppe, "maestro di vita interiore, lavoratore impegnato nel dovere quotidiano, servitore fedele di Dio in continuo rapporto con Gesù" (san J. Escrivà), preghi per noi! Domani, alle 21 se potete, invochiamolo comunitariamente (vi manderò lo schema). Oggi, un po' di ritmo per le nostre mani: https://youtu.be/FexZCiC8SJw


A casa mia, alla fine vinse Luca (mamma) su Simone (papà). Per Giuseppe e Maria fu facile chiamare il bimbo come indicato da Dio. Ma per san Giuseppe, e ogni ebreo, imporre il nome significava tagliare alla radice il problema del padre. Significava dire: "Chiunque sia il padre biologico, ora è mio figlio: io, con il nome, gli do famiglia, popolo, storia, futuro, vita". San Giuseppe, prega per tutti i papà, che siano anche in questi giorni generatori di futuro per i loro figli. Prega per i figli e le mamme, perché rendano lieti i padri e li gratifichino per il loro affetto, spesso silenzioso e timido. Prega perché da stasera la festa del papà porti in ogni casa la gioia dei legami importanti perché unici e profondi. Prega perché ogni padre veda nei figli un dono ricevuto e nello stesso tempo partecipato e ogni figlio ritrovi nel padre una radice della sua vita.

19 MARZO 2020

Stamattina chiesa aperta per meno di un'ora, poca preghiera, una confessione, alle 10 mi aspettavano all'RSA per benedire una defunta prima di portarla al cimitero nella sua città. Poi, ne ho approfittato per la spesa (per me è sempre come entrare in un labirinto). Ma eccomi per gli auguri a chi oggi fa l'onomastico e a chi è padre, auguri con i quali ripeto a tutti voi, anche mamme, figli e così via, "Non temere", parole che san Giuseppe e Maria hanno ricevuto da Dio e che nel linguaggio della Bibbia indicano chiamata, impegno, forza per rispondere e agire. È questo il nostro segreto: un Dio che, nascosto in umili segni (Parola, sacramenti, testimoni), continua a sorreggerci bisbigliando: "Non temere". Ricordatevi di stasera! Buon pranzo!

Ho appena finito la messa e aperto la chiesa. Oggi lascio parlare le diverse riflessioni che trovate nello schema del Rosario per stasera: https://1drv.ms/b/c/f6b7e3f6ee82783e/Ef69Mjl9yI5HsJCgI6RY2ZABbEvMlJ9jzo4ifSHQiWI0IQ
Ovviamente, adattatelo a quanto in famiglia si può fare, ma non fate mancare la vostra preghiera e, anche da soli i più grandi di casa, non tralasciate le riflessioni che lo schema propone. Da parte mia, alle 21 sarò in chiesa davanti all'Eucarestia, a nome di tutti voi. San Giuseppe e Maria, sua sposa, preghino per noi.

20 MARZO 2020


Non sono state per te un problema le strade polverose del tuo tempo. A Betlemme dal nord si arriva dopo un bel viaggio e poi da Betlemme addirittura hai attraversato il confine con l'Egitto, per poi ritornare ancora a nord, in quel villaggio disperso in Galilea chiamato Nazaret. E anche se l'angoscia prese il posto della gioia di poter tornare a Gerusalemme dopo circa 12 anni (che Pasqua, quell'anno!), i tuoi piedi non ebbero né pigrizia nell'andare, né lentezza nel cercare il tuo Figlio perduto. Tu che sai camminare così bene, continua a pregare per noi! Noi, in pellegrinaggio angosciati verso una Pasqua incerta, vorremmo trovare sollievo. Silenziosi davanti a numeri e decreti continui, come te nel tempio davanti all'impertinente adolescente Gesù, aiutaci a guardare con gli occhi della fede non i fogli ancora futuri dei nostri calendari, ma il qui e ora dove affidarci al Padre e prenderci tutti per mano per compiere ogni giorno il passo possibile! San Giuseppe, custodisci il nostro cammino!

sabato 8 marzo 2025

Quanti 8…

 …in questo ennesimo 8 marzo trovo nella data (8 8bre millenovecentosett8, appunto) in cui furono scritte queste parole:

Non sono io che cerco Dio ma è Dio che cerca me. Non c’è bisogno che io cerchi chissà quali argomentazioni per avvicinarmi a Dio: le parole prima o poi finiscono e ti accorgi allora che non rimane che la contemplazione, l’adorazione, l’aspettare che Lui ti faccia capire ciò che vuole da te. Sento la contemplazione necessaria al mio incontro con Cristo povero.

Chi le avrà scritte mai? Un monaco, un mistico, un bigotto, un santo…?

Oggi è l’8 marzo, quindi…

E quindi una monaca, una mistica, una bigotta, una santa…?

Chissà… anzi chi sarà così curiosa da invitarla alla festa di oggi?

Io, quest’anno, ho deciso che vi festeggio attraverso di lei e vi (e mi) auguro di crescere verso la sua consapevolezza espressa in queste parole in una data con un solo 8:

Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. Non c’è nulla a questo mondo che sia tuo. Sandra, renditene conto! È tutto un dono su cui il «Donatore» può intervenire quando e come vuole.  Abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora. (27.04.1984)

P.S.: a questo link https://elefantesapiente.blogspot.com/search/label/8%20marzo, tutti gli auguri degli 8 marzo da oggi andando indietro nel tempo.

giovedì 6 marzo 2025

Camminare… camminare… camminare…/1

Chi ti obbliga? Vuoi restare immobile nella tua libertà di fare quello che vuoi? Vuoi restare tranquillamente seduto sulla poltrona delle tue idee? Vuoi restare dentro il tuo carattere e il tuo modo di fare che ti soddisfano tanto? Perché no?

Camminare è per i pochi che sanno immaginare di poter diventare migliori.

Camminare è per i coraggiosi che sanno mettersi in discussione.

Camminare è per gli inquieti che sanno sognare se stessi alla ricerca di cosa significa davvero essere liberi, saper pensare, saper realizzare tutte le potenzialità che portiamo dentro e che solo una vita in cammino potrà rivelare e far germogliare e fruttificare.

Ma è già faticoso scriverlo… figurati camminare davvero!

Buona Quaresima a chi immagina, a chi si mette in discussione, a chi sogna!

sabato 1 marzo 2025

I miei soliloqui a volte hanno una colonna sonora - 10 (Tra il Calvario e Fatima/2)

Ieri, il foglio per gli avvisi di inizio quaresima mi ha appiccicato Califano alla mente e all'anima e ancora continua quasi in loop a farsi sentire grazie a youtube:

https://youtu.be/byxpV0gNkFE?si=zbmY_S3AaX6GFfZU

(timidamente Baglioni stava per prendersi un po' di spazio, ma per copiare il link sono tornato sul Califfo e non ho resistito, di nuovo "e mi giocai ricordi...").

Ah, se qualcuno vuole sapere cosa ho scritto sul foglio, prima dell'elenco di giorni, ore e impegni, ecco qua!


QUARESIMA: UN TEMPO PICCOLO 

 

Se il tempo non ti basta mai e sei sempre di corsa, è arrivato il tempo per riconquistare il tuo tempo. Questa Quaresima è un tempo per te. 

Un tempo piccolo, certo, perché scapperà via in un baleno. 

Piccolo perché non riuscirà a contenere tutte le cose che dobbiamo e vogliamo fare ogni giorno, troppo piccolo per pensare di fare qualcosa in più per il Signore. 

Questa Quaresima è un tempo piccolo: una bellissima canzone di Franco Califano s’intitola proprio così, Un tempo piccolo. 

Prendiamola in prestito e un po’ adattiamola. 

Siamo diventati grandi in un tempo piccolo, abbiamo sbagliato per sentirci errore, ma ora rivolgiamoci al Libro, al Vangelo, cercando una Persona, Gesù, e giochiamoci i ricordi provando il rischio di rinascere sotto le stelle, dimenticando di colpo il nostro passato folle in un tempo piccolo. Dipingeremo così la nostra anima non più su tela anonima, ma in quel gran dipinto che è la storia d’amore fra il Signore Gesù e ciascuno di noi. 

Buona Quaresima a tutti voi, con la speranza di incontrarci per condividere i doni che il Signore ci fa quando anche solo due o tre sono riuniti nel suo nome. 

sabato 15 febbraio 2025

Sono Myriam...

 ...e lo zio mi ha detto che posso scrivere qua (anche se finora ha scritto lui).

La mattinata è andata bene: ho fatto i compiti e ho giocato.

(E la frase immediatamente quassù l'ha scritta lei).

sabato 1 febbraio 2025

Oggi i canditi non vanno di moda… (e perché allora le candele domani sì?)(Tra il Calvario e Fatima/1)

Mi fa piacere quest’anno vivere il 2 febbraio di domenica (quindi in un contesto diverso da quello molto semplice dei giorni feriali) la festa della Presentazione del Signore.

Sì, la Candelora, per chi la chiama ancora così e per chi non la chiama e forse non lo sa che questa domenica 2 febbraio è una domenica leggermente diversa per quanto riguarda la celebrazione della messa (non per forza, ma allo Spirito Santo a Vittoria sì, sia alle 11 che alle 19). La Candelora, nome popolare, a ‘ngiuria potremmo dire, si chiama in effetti, all’anagrafe dei nomi corretti della liturgia, Presentazione del Signore.

E allora le candele? Per portarci a casa un talismano cattolico contro il malocchio, le calamità, le malattie, le disgrazie…?

Presentazione del Signore: Gesù viene per noi, noi siamo il Suo tempio, Egli è la nostra Luce quando viene il buio (che in una forma o nell’altra sa come sorprenderci).

Domani, portati a casa Gesù, una frase del Suo Vangelo, l’Eucarestia se la mangerai, il Suo perdono se ti confesserai. E la candela benedetta sia solo il segno che ti ricorda che quella luce, che potrai riaccendere a casa quando vorrai, è già accesa nella tua vita se accogli davvero il Signore, fonte di ogni benedizione.

P.S.: qui qualcuno canta https://youtu.be/Pqv4nnGD_vA?feature=shared