domenica 20 aprile 2025

Giardino o sepolcro?

Premessa: è il 2023, e proprio uno o due giorni circa prima della domenica precedente a quella di Pasqua (quella in cui si legge la Passione del Signore; poi è anche quella in cui scout e varie altre persone si autofinanziano vendendo rametti d'ulivo e foglie di palme più o meno intrecciate), mi ammalo. Fino al venerdì santo escluso non esco. Ho però recuperato pochissimo la voce. Per questo scrivo l'omelia del venerdì santo e della veglia pasquale. La prima è qui: https://elefantesapiente.blogspot.com/2023/04/oggi-venerdi-santo.html?m=1, mentre la seconda è  qui sotto. Diciamo che sono collegate. Buona Pasqua di risurrezione in Cristo Gesù!

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“Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù” (Giovanni 20, 41-42).

Queste le ultime parole del brano del Vangelo secondo Giovanni ascoltato ieri durante la celebrazione della Passione del Signore.

Proviamo a entrare in questo giardino, ad occhi chiusi, delicatamente per ascoltarne le voci che da lontano nel tempo ancora riecheggiano in esso… Si sente ancora l’eco dei lavori di piantumazione:

“Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a Oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. […] Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse o lo custodisse” (Genesi 2, 8.15).

Sì, siamo dentro un giardino antico, ha l’età del creato, ha visto tutta la storia dell’umanità. Senza essere indiscreti, possiamo sentire i sospiri d’amore di cui è stato testimone:

“Dov’è andato il tuo amato,

tu che sei bellissima tra le donne?

Dove ha diretto i suoi passi il tuo amato,

perché lo cerchiamo con te?

L’amato mio è sceso nel suo giardino

Fra le aiuole di balsamo,

a pascolare nei giardini

e a cogliere gigli.

Io sono del mio amato

e il mio amato è mio;

egli pascola tra i gigli (Ct 6, 1-4).

Un ultimo sforzo, non apriamo ancora gli occhi. I sospiri si trasformano, adesso sono singhiozzi, è un pianto a dirotto. L’amore ha impresso la sua ferita mortale e la donna piange. Si chiama Maria, viene da Màgdala. Piange proprio vicino al sepolcro di Gesù. Non disturbiamo con parole vuote il suo dolore, così simile a tanti nostri dolori. Piangiamo con lei tutte le nostre lacrime d’amore, perché è l’amore che rende dolorosa l’assenza di chi amiamo e solo l’amore può confortare chi piange per amore.

Solo l’amore può riportare l’armonia nel creato che per amore Dio ha donato all’uomo perché lo amasse.

Solo l’amore può riportare insieme due innamorati che conoscono qual è il luogo delle loro anime che li unisce anche oltre la morte.

Solo l’amore può far piangere per la morte ed essere più forte di lei da far vivere per sempre chi è amato d’amore immortale.

“Donna, perché piangi? Chi cerchi?”, (Giovanni 20, 15) chiese l’Amore.

“Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo” (Giovanni 20, 15), rispose l’amata nella sua inquietudine per la morte dell’amato.

“Gesù le disse: -Maria!-. Ella si voltò e gli disse […]: -Maestro!-“ (Giovanni 20, 16).

Non guardare curioso i loro sguardi innamorati incrociarsi, segui gli occhi di Maria e fissa i tuoi in Gesù, lascia che pronunci il tuo nome e il giardino diventi il tuo giardino d’amore.

Non più la tomba di Gesù, ma il giardino della tua storia voluta da sempre dall’amore di Dio, in cui Gesù è custodito come seme perché germogli in te rendendoti figlio amato. Nonostante i peccati, nonostante le difficoltà dell’amore, nonostante ciò che spezza l’amore. Il seme, che è in te e che è lo Spirito di Gesù, è sempre pronto a germogliare chiamandoti per nome.

È così che Gesù ha agito e agisce: in te, in ogni uomo, nelle vicende piccole e grandi, semplici e terribili della storia umana.

Che da stasera, ancora una volta, è la storia dell’Amore Crocifisso e Risorto che ama e vince per noi!

Buona Pasqua del Signore Crocifisso e Risorto per amore!

mercoledì 19 marzo 2025

La custodia

5 anni fa ci siamo affidati a lui perché ci custodisse durante il covid. Ripropongo qui i messaggi inviati allora alla lista broadcasting di Whatsapp proprio in riferimento a San Giuseppe, come augurio a chi oggi fa l'onomastico e a tutti i papà!

P.S.: gli altri messaggi, prima o poi in modo completo, li trovate cliccando su https://elefantesapiente.blogspot.com/p/diario.html?m=1

16 MARZO 2020


Sorpresa proprio prima di aprire la chiesa, un'oretta fa: «Tieni... per i poveri... la spesa... fai tu...». E via di corsa, senza quasi neppure il tempo di ricevere un grazie. Lasciandomi a pensare che oggi più che mai occorre 'restare umani' (si diceva così qualche mese fa?), diventando custodi dell'altro che ci viene affidato, con i gesti quotidiani dell'amore che ha pazienza, accoglie, perdona, è umile, sorride. San Giuseppe, che festeggeremo giovedì prossimo, custode di Gesù e Maria, è l'esempio per eccellenza di questo amore. Chiediamogli di pregare per noi e con noi il buon Dio, Padre nostro. https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/29255_La_preghiera_di_affidamento_a_san_Giuseppe.php

17 MARZO 2020


Quante storie di noi racconta il nostro viso? Gli occhi sorridenti, la piega attorno alla bocca quando siamo pensierosi, i capelli diradati e la barba brizzolata per l'età... Il viso di Giuseppe, figlio di Giacobbe, discendente del re Davide e del patriarca Abramo, come il nostro, narra una storia, fatta di battaglie e quiete, antichi re e attuale condizione ordinaria, fede e incredulità. Ma proprio lui, figlio di questa storia, è lo sposo della donna che partorisce il Dio con noi. Nella nostra storia, oggi impaurita ma segnata dalle gioie di una vita, il Signore ci chiama e ci dona la forza di essere "sposi": come l'ordinario sposo san Giuseppe, custodi di quanto ci ha portato fin qui, senza temere gli errori fatti e valorizzando la memoria dei doni ricevuti; come ogni sposo il cui viso il giorno delle nozze manifesta alla donna amata speranza nella vita, costi quel che costi.
A te,
o beato Giuseppe,
stretti dalla tribolazione ricorriamo, fiduciosi
invochiamo il tuo patrocinio e quello di Maria, tua sposa.

18 MARZO 2020


Io proverei a scolpirle rozze, scheggiate, rugose, callose e screpolate, le mani di san Giuseppe. Sono o non sono le mani di un artigiano? Sono o non sono le mani di chi è stato braccato dai soldati e per difendere e salvare moglie e Figlio è scappato lontano, oltre i confini del suo paese? Sono o non sono le mani di un uomo che è detto giusto? E il giusto le mani non le tiene lisce e morbide perché non fa il male, ma le usura nel compiere il bene. In questi giorni, spunteranno sulle nostre mani i calli delle carezze a figli e coniugi, le screpolature per i segni di Croce delle nostre preghiere, i segni di chi con pazienza ripete all'infinito gesti casalinghi di tenacia e speranza? San Giuseppe, "maestro di vita interiore, lavoratore impegnato nel dovere quotidiano, servitore fedele di Dio in continuo rapporto con Gesù" (san J. Escrivà), preghi per noi! Domani, alle 21 se potete, invochiamolo comunitariamente (vi manderò lo schema). Oggi, un po' di ritmo per le nostre mani: https://youtu.be/FexZCiC8SJw


A casa mia, alla fine vinse Luca (mamma) su Simone (papà). Per Giuseppe e Maria fu facile chiamare il bimbo come indicato da Dio. Ma per san Giuseppe, e ogni ebreo, imporre il nome significava tagliare alla radice il problema del padre. Significava dire: "Chiunque sia il padre biologico, ora è mio figlio: io, con il nome, gli do famiglia, popolo, storia, futuro, vita". San Giuseppe, prega per tutti i papà, che siano anche in questi giorni generatori di futuro per i loro figli. Prega per i figli e le mamme, perché rendano lieti i padri e li gratifichino per il loro affetto, spesso silenzioso e timido. Prega perché da stasera la festa del papà porti in ogni casa la gioia dei legami importanti perché unici e profondi. Prega perché ogni padre veda nei figli un dono ricevuto e nello stesso tempo partecipato e ogni figlio ritrovi nel padre una radice della sua vita.

19 MARZO 2020

Stamattina chiesa aperta per meno di un'ora, poca preghiera, una confessione, alle 10 mi aspettavano all'RSA per benedire una defunta prima di portarla al cimitero nella sua città. Poi, ne ho approfittato per la spesa (per me è sempre come entrare in un labirinto). Ma eccomi per gli auguri a chi oggi fa l'onomastico e a chi è padre, auguri con i quali ripeto a tutti voi, anche mamme, figli e così via, "Non temere", parole che san Giuseppe e Maria hanno ricevuto da Dio e che nel linguaggio della Bibbia indicano chiamata, impegno, forza per rispondere e agire. È questo il nostro segreto: un Dio che, nascosto in umili segni (Parola, sacramenti, testimoni), continua a sorreggerci bisbigliando: "Non temere". Ricordatevi di stasera! Buon pranzo!

Ho appena finito la messa e aperto la chiesa. Oggi lascio parlare le diverse riflessioni che trovate nello schema del Rosario per stasera: https://1drv.ms/b/c/f6b7e3f6ee82783e/Ef69Mjl9yI5HsJCgI6RY2ZABbEvMlJ9jzo4ifSHQiWI0IQ
Ovviamente, adattatelo a quanto in famiglia si può fare, ma non fate mancare la vostra preghiera e, anche da soli i più grandi di casa, non tralasciate le riflessioni che lo schema propone. Da parte mia, alle 21 sarò in chiesa davanti all'Eucarestia, a nome di tutti voi. San Giuseppe e Maria, sua sposa, preghino per noi.

20 MARZO 2020


Non sono state per te un problema le strade polverose del tuo tempo. A Betlemme dal nord si arriva dopo un bel viaggio e poi da Betlemme addirittura hai attraversato il confine con l'Egitto, per poi ritornare ancora a nord, in quel villaggio disperso in Galilea chiamato Nazaret. E anche se l'angoscia prese il posto della gioia di poter tornare a Gerusalemme dopo circa 12 anni (che Pasqua, quell'anno!), i tuoi piedi non ebbero né pigrizia nell'andare, né lentezza nel cercare il tuo Figlio perduto. Tu che sai camminare così bene, continua a pregare per noi! Noi, in pellegrinaggio angosciati verso una Pasqua incerta, vorremmo trovare sollievo. Silenziosi davanti a numeri e decreti continui, come te nel tempio davanti all'impertinente adolescente Gesù, aiutaci a guardare con gli occhi della fede non i fogli ancora futuri dei nostri calendari, ma il qui e ora dove affidarci al Padre e prenderci tutti per mano per compiere ogni giorno il passo possibile! San Giuseppe, custodisci il nostro cammino!

sabato 8 marzo 2025

Quanti 8…

 …in questo ennesimo 8 marzo trovo nella data (8 8bre millenovecentosett8, appunto) in cui furono scritte queste parole:

Non sono io che cerco Dio ma è Dio che cerca me. Non c’è bisogno che io cerchi chissà quali argomentazioni per avvicinarmi a Dio: le parole prima o poi finiscono e ti accorgi allora che non rimane che la contemplazione, l’adorazione, l’aspettare che Lui ti faccia capire ciò che vuole da te. Sento la contemplazione necessaria al mio incontro con Cristo povero.

Chi le avrà scritte mai? Un monaco, un mistico, un bigotto, un santo…?

Oggi è l’8 marzo, quindi…

E quindi una monaca, una mistica, una bigotta, una santa…?

Chissà… anzi chi sarà così curiosa da invitarla alla festa di oggi?

Io, quest’anno, ho deciso che vi festeggio attraverso di lei e vi (e mi) auguro di crescere verso la sua consapevolezza espressa in queste parole in una data con un solo 8:

Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. Non c’è nulla a questo mondo che sia tuo. Sandra, renditene conto! È tutto un dono su cui il «Donatore» può intervenire quando e come vuole.  Abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora. (27.04.1984)

P.S.: a questo link https://elefantesapiente.blogspot.com/search/label/8%20marzo, tutti gli auguri degli 8 marzo da oggi andando indietro nel tempo.

giovedì 6 marzo 2025

Camminare… camminare… camminare…/1

Chi ti obbliga? Vuoi restare immobile nella tua libertà di fare quello che vuoi? Vuoi restare tranquillamente seduto sulla poltrona delle tue idee? Vuoi restare dentro il tuo carattere e il tuo modo di fare che ti soddisfano tanto? Perché no?

Camminare è per i pochi che sanno immaginare di poter diventare migliori.

Camminare è per i coraggiosi che sanno mettersi in discussione.

Camminare è per gli inquieti che sanno sognare se stessi alla ricerca di cosa significa davvero essere liberi, saper pensare, saper realizzare tutte le potenzialità che portiamo dentro e che solo una vita in cammino potrà rivelare e far germogliare e fruttificare.

Ma è già faticoso scriverlo… figurati camminare davvero!

Buona Quaresima a chi immagina, a chi si mette in discussione, a chi sogna!

sabato 1 marzo 2025

I miei soliloqui a volte hanno una colonna sonora - 10

Ieri, il foglio per gli avvisi di inizio quaresima mi ha appiccicato Califano alla mente e all'anima e ancora continua quasi in loop a farsi sentire grazie a youtube:

https://youtu.be/byxpV0gNkFE?si=zbmY_S3AaX6GFfZU

(timidamente Baglioni stava per prendersi un po' di spazio, ma per copiare il link sono tornato sul Califfo e non ho resistito, di nuovo "e mi giocai ricordi...").

Ah, se qualcuno vuole sapere cosa ho scritto sul foglio, prima dell'elenco di giorni, ore e impegni, ecco qua!


QUARESIMA: UN TEMPO PICCOLO 

 

Se il tempo non ti basta mai e sei sempre di corsa, è arrivato il tempo per riconquistare il tuo tempo. Questa Quaresima è un tempo per te. 

Un tempo piccolo, certo, perché scapperà via in un baleno. 

Piccolo perché non riuscirà a contenere tutte le cose che dobbiamo e vogliamo fare ogni giorno, troppo piccolo per pensare di fare qualcosa in più per il Signore. 

Questa Quaresima è un tempo piccolo: una bellissima canzone di Franco Califano s’intitola proprio così, Un tempo piccolo. 

Prendiamola in prestito e un po’ adattiamola. 

Siamo diventati grandi in un tempo piccolo, abbiamo sbagliato per sentirci errore, ma ora rivolgiamoci al Libro, al Vangelo, cercando una Persona, Gesù, e giochiamoci i ricordi provando il rischio di rinascere sotto le stelle, dimenticando di colpo il nostro passato folle in un tempo piccolo. Dipingeremo così la nostra anima non più su tela anonima, ma in quel gran dipinto che è la storia d’amore fra il Signore Gesù e ciascuno di noi. 

Buona Quaresima a tutti voi, con la speranza di incontrarci per condividere i doni che il Signore ci fa quando anche solo due o tre sono riuniti nel suo nome. 

sabato 15 febbraio 2025

Sono Myriam...

 ...e lo zio mi ha detto che posso scrivere qua (anche se finora ha scritto lui).

La mattinata è andata bene: ho fatto i compiti e ho giocato.

(E la frase immediatamente quassù l'ha scritta lei).

sabato 1 febbraio 2025

Oggi i canditi non vanno di moda… (e perché allora le candele domani sì?)

Mi fa piacere quest’anno vivere il 2 febbraio di domenica (quindi in un contesto diverso da quello molto semplice dei giorni feriali) la festa della Presentazione del Signore.

Sì, la Candelora, per chi la chiama ancora così e per chi non la chiama e forse non lo sa che questa domenica 2 febbraio è una domenica leggermente diversa per quanto riguarda la celebrazione della messa (non per forza, ma allo Spirito Santo a Vittoria sì, sia alle 11 che alle 19). La Candelora, nome popolare, a ‘ngiuria potremmo dire, si chiama in effetti, all’anagrafe dei nomi corretti della liturgia, Presentazione del Signore.

E allora le candele? Per portarci a casa un talismano cattolico contro il malocchio, le calamità, le malattie, le disgrazie…?

Presentazione del Signore: Gesù viene per noi, noi siamo il Suo tempio, Egli è la nostra Luce quando viene il buio (che in una forma o nell’altra sa come sorprenderci).

Domani, portati a casa Gesù, una frase del Suo Vangelo, l’Eucarestia se la mangerai, il Suo perdono se ti confesserai. E la candela benedetta sia solo il segno che ti ricorda che quella luce, che potrai riaccendere a casa quando vorrai, è già accesa nella tua vita se accogli davvero il Signore, fonte di ogni benedizione.

P.S.: qui qualcuno canta https://youtu.be/Pqv4nnGD_vA?feature=shared 

venerdì 6 dicembre 2024

Care scolte, cari rover…/2

 …stasera domandona sul perché si soffre.

Non sono molto in vena né di risposte, né di lunghe discussioni.

Semplicemente, mi avete fatto venire in mente che porsi questa domanda significa, senza saperlo, chiedere a se stessi “chi sono io”?

Perché io so di soffrire, cioè do un valore particolare al dolore, senza ridurlo solo a sensazione fisica? Cosa c’è in me che distingue, fino a sentire rabbia e sconforto, l’ingiustizia dalla giustizia?

Chi sono io che rabbrividisco se penso ai miei cari in balia di malattie, come se non bastasse sapere che l’organismo umano a contatto con certi virus, batteri, materiali organici o meno reagisce deperendo e morendo?

È come se io fossi fatto di un grido, grido di vita, grido di eternità, grido di legami che desidero per sempre.

E se questo grido è vano, inutile, folle, assurdo, senza significato perché tutto muore e tutto, a volte per caso, a volte per le scelte degli uomini, sprofonda nell’ingiustizia, se questo grido resta strozzato dall’immensità di un universo sordo, allora non ha senso parlare di sofferenza. La materia ha le sue regole. Il resto (l’amore, la ricerca del bene, il voler un mondo migliore e relazioni sane, il desiderio di proteggere chi ami) è illusione.

Qualcuno può ascoltare il grido che sono?

Accidenti, ancora una domanda…


giovedì 21 novembre 2024

A novembre...

...la città si spense in un istante...

Il tempo passa, trascinandoti inesorabilmente lontano da chi hai pianto quando ti ha lasciato per sempre. Sembra che chi è morto non sia mai vissuto, a meno che non vai a frugare nei meandri più nascosti della tua coscienza e delle tue sensazioni.
Romolo Taddei, Raffaele Campailla, Giovanni Nigita sono tra coloro che sono morti in questi giorni novembrini ormai tanto da rischiare di ricordarli solo quando qualcuno ti accende la memoria.
Queste parole sono solo un tentativo di incidere meglio nella mia memoria, coscienza, cuore non il loro ricordo, ma la loro presenza.


venerdì 1 novembre 2024

Care scolte, cari rover…/1

 …stamattina alcuni di voi mi hanno ascoltato. Potremmo allora dirci davvero che è la festa del Sì!, oggi? Vedete, è un po’ come l’essere scout. Dici sì a riunioni settimanali, fine settimana fuori casa, sabati sera in mezzo ai boschi, domeniche mattina fuori dal letto, belle amicizie che nascono, esperienze particolari che solo chi è scout può capire perché le ha vissute.

Solo se questo inizia ad essere poco attraente inizi a pensare che hai detto No!  alla possibilità di altre esperienze ed amicizie, alle domeniche nel letto, ad alcuni sabato sera con la comitiva, ad alcuni fine settimana in giro come e quando e con chi vuoi tu, a non avere impegni settimanali…

E allora vai in crisi come scout e inizi a chiederti chi te lo fa fare.

La santità è la stessa cosa: quando l’essere cristiani non è più affascinante perché sembra che per esserlo bisogna essere quelli del No! a ciò che ci fa sentire liberi, allora iniziamo a dire Sì! a tutto, tranne a ciò che riguarda la fede, convinti che facendo quel tutto siamo liberi di fare quello che vogliamo.

Ma allora i santi sono quelli che hanno rinunciato ad essere liberi?

Sono sicuro che nessuno di voi si sente poco libero perché legato a una persona a cui vuol bene e perché capita di aiutarla, sostenerla, consolarla, accompagnarla… anche rinunciando a un po’ di noi stessi.

I santi hanno solo percepito con tutto se stessi che Qualcuno ha rinunciato a se stesso per loro, per noi.

È questo che crea il santo: scoprire e accettare e accogliere che Lui, per me, non si tira indietro mai.

E io per Lui?


mercoledì 23 ottobre 2024

Di bimbi e di scuole lontane dalla loro casa

Il tempo passa inesorabile... e i diari restano appena iniziati:

https://elefantesapiente.blogspot.com/2018/11/diario-dun-infiltratointro.html?m=1

Un effetto del tempo che passa è essere diventato "zio che accompagna la bimba a scuola".

Non ricordo più quali sorprese avevo programmato di scrivere nel Diario di un infiltrato, ma fa sempre un certo effetto immergersi nel tempo preparatorio dei bambini che va dal prepararsi a casa respingendo qualunque invito a sbrigarsi, alle chiacchiere in macchina, fino al raggiungimento di un confine invisibile che tu adulto non puoi oltrepassare, oltre il quale lo zaino (quest'anno oggettivamente pesante... o sono io che invecchiando mi ammorbidisco?) diventa leggero e si materializza con facilità e leggerezza su quelle spalle che invece in ascensore un quarto d'ora prima sembrava quasi volere spezzare.

E resti imbambolato, a goderti su quel confine il fresco delle 8.20... prima campana... adesso dal lato di chi non aspetta la seconda (ma poi chi è mai arrivato a sentire la prima? Vaghi ricordi alle medie inferiori...), mentre tutti quegli esseri che in altezza non superano la metà della tua, novelli hobbit, si allontanano e spariscono dentro il loro viaggio alla scoperta di ciò che la vita (la classe, i compagni, le maestre, la scuola...) è... creando in te, senza che te ne accorgi, il desiderio di riassaporare il tuo viaggio... e così ti ritrovi in macchina con Venditti nelle orecchie, con la scusa del link, non per ricordare chissà che, ma per assaporare nella sua voce e nella sua musica il tuo sentiero di bambino, ragazzo, adolescente.

Chiudo gli occhi per riaprirli qui e sorrido a questo punto del sentiero e del viaggio che sono io e il mondo attorno a me, effetti del tempo che passa.

sabato 25 maggio 2024

Me-mo-ria-le

Cara Desirée,

scrivendo un messaggio poco fa raccontavo di te e delle scelte di fede che stai compiendo da circa due anni in piena adolescenza.

Improvvisamente un po' di commozione.

Quante volte abbiamo detto "cresima"? Un sacco.

Ma qualcuno ti ha mai chiesto: "Desirée, presto mangerai l'Eucarestia per la prima volta! Ci hai pensato? Come ti senti?".

Lo faccio adesso.

Pubblicamente, in questa chat e sul mio blog.

Non aspetto tue risposte qui.

Questa domanda mi serve per leggere meglio il Vangelo.

Per capire meglio Gesù.

Il suo dire nell'ultima cena "Fate questo in memoria di me" non a bambini preoccupati di mani giunte e ostie da non masticare, ma ad adulti dalle mani avvezze a tirare su reti pesanti di pesce o a contare denaro delle tasse o a lottare contro i romani. Adulti che stanno mangiando e bevendo in memoria di quanto il Signore fece nella notte in cui il suo angelo passò e Israele divenne popolo, nonostante Egitto e Faraone.

Desirée, che da stasera mangerai in memoria di Gesù pane e berrai vino che non hai ancora mangiato e bevuto, le tue mani ora potranno ancor di più e meglio aprirsi per donare e il tuo vivere quotidiano avrà forza per essere "memoria", un segno che tutti posso vedere e che fa dire: "Perché dove passa lei resta l'impronta di cose belle e buone?".

È l'Eucarestia, memoria di Gesù per noi, che può renderci così.

Desirée, (e tutti noi non più bambini perplessi davanti a chi ci dice qualcosa su Gesù nel cuore, mentre invece finisce in pancia) puoi mangiare l'Eucarestia!

Ci pensi?

Come ti senti?

[Scritto su Whatsapp e "copiaincollato" qui].

lunedì 22 aprile 2024

Benedetto Marcello

Sarà la frequentazione forse anche quasi compulsiva (al quarto posto delle riproduzioni del mio Itunes) nei miei brevi momenti dedicati alla musica come sfondo di qualcosa da fare al computer, ma come ti prende la tonalità in re minore dell'oboe che suona la melodia principale e dei violini (se non dico una bestialità) di sottofondo con il loro sempre più maestoso e infine solitario scandire quei tre accordi (sempre perdonatemi l'ignoranza)... ho bisogno di stare ad ascoltare certa musica più spesso.

Ora è partita Loretta Goggi con Maledetta primavera... va bene, non c'è partita... ma direi che il tono psicologico che invece di deprimermi mi dilata il petto come se sensazioni di palude trovano nella malinconia musicata una scossa è lo stesso.

Dopo la Goggi, cercavo altro, è ripartito l'adagio... riascoltiamolo, è una cosa compulsiva, l'ho scritto...

domenica 31 marzo 2024

Oggi, 31 marzo 2024...

 ...buona Pasqua! - auguri semplici.

Auguri complicati - Una coppia seduta su un divano è separatamente immersa nei propri cellulari mentre il telegiornale scorre notizia dopo notizia nella tv che annuncia: Dicono  che Gesù il nazareno (quindi inutile per definizione), crocifisso (quindi maledetto da Dio per dimostrazione) è risorto!

Soggetto della coppia 1: Non c'è più religione!

Soggetto della coppia 2: Anzi, non ci sono più gli dei di una volta, utilissimi per vivere in pace vizi e virtù umani senza troppi scrupoli...

Soggetto della coppia 1: Eeeeh [sarebbe un sospiro]... e nemmeno quelli che ogni cultura riesce a crearsi per illudersi di saper superare le proprie limitazioni.

Coppia, all'unisono: Ok, aspetta... mi è arrivata una notifica...

Tv: Dal sepolcro è tutto. Ringraziamo i testimoni, se così si possono definire. In attesa di avvistamenti, buona domen... scusate, la regia... buon giorno del sole... è primavera, godiamoci la risurrez... la rinasc... i colori della natura!

Auguri letterari - "Quello che noi abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui Stesso e tutto ciò che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della Divinità" (Solovev). Buona Pasqua di Gesù, il Signore Crocifisso e Risorto!

sabato 10 febbraio 2024

Perchè Sanremo è Sanremo...


La porta finestra, da cui si gode questo spettacolo, 50 anni fa chiudeva un salotto con un tavolo e le sue sedie indescrivibili e un mobile di una certa importanza, bellissimo, unico testimone di quando m'impaurii per i denti troppo neri riflessi nel suo specchio dopo un'abbuffata corsara ed esagerata di confetti matrimoniali. Adesso si trovano in c.da Pidocchio, fuori Canicattì, provincia d'Agrigento (i mobili, non i miei denti che lascerei volentieri a Canicattì a mangiare la buonissima salsiccia sottile di lì).

Ma dalla stessa porta finestra potevi ammirare San Giovanni, o le prime pendici dell'altopiano ibleo che sovrastano Comiso, suonando un pianoforte che è ancora qui stasera davanti a me.

Non dimentico il divano e le due poltrone grandissime per me bimbo, ragazzo, adolescente, giovane (insomma, finché non ho iniziato ad allargarmi), che ormai riempio senza fatica a Scoglitti.

Forse, però, dimentico altro di quel salotto di 50 anni fa che non aveva la televisione come è invece qui stasera davanti a me.

50 anni fa la tv, ovviamente in bianco e nero, senza telecomando, funzioni smart, canali infiniti, era nella stanza accanto, la cucinasaladapranzo (tutto unito, per risparmiare spazio perché 6 adulti, ancora oggi, hanno problemi a starci dentro insieme in movimento).

Non so se mia mamma 50 anni fa era in cucina davanti alla finale in bianco e nero di Sanremo '74 (1° classificata Iva Zanicchi con Ciao cara come stai?), come lo è ancora qui stasera in salotto due posti più in là dal mio che occupo con un vistoso giro vita.

So che 50 anni fa ero io, ad occhi chiusi, ad allargare, poco o tanto, il suo girovita da dentro, con i miei esili e brevissimi circa 6 mesi fetali.

Mentre in salotto, con i mobili attuali e il pianoforte tutti a filo di parete per renderlo sala per le feste varie di mia nipote, oggi lei con l'energia dei suoi 7 anni prende la rincorsa dalla tv, accesa su questa serata finale di Sanremo 2024, per comprimere saltando il mio giro vita.

Perché Sanremo è Sanremo e dopo non so quanti anni e anni mi ritrovo a vedere invitato a una serata Sanremo seria, per di più in famiglia (roba da preistoria)... e nella casa dove tutto è iniziato e Myriam e Ludovica continuano.

martedì 14 novembre 2023

Vita da zio/1

Promemoria per i freddi e duri anni dell'adolescenza.

Il primo novembre, mentre stava scendendo le scale a Scoglitti per tornare a Vittoria, ha ripetuto a sua madre quanto detto pochi minuti prima nel momento in cui veniva chiamata: "Con lo zio Luca ci divertiamo troppissimo".

venerdì 7 aprile 2023

Oggi, venerdì santo...

...è finita!

Anche se ti chiami Gesù di Nazaret e sei figlio di Giuseppe il carpentiere che raccontava di angeli vari inviati per il tuo concepimento e per farti nascere.

Anche se tua Madre è Vergine, senza peccato originale e ha parlato con l’arcangelo Gabriele.

Anche se sei Dio.

Tutto finisce, se decidi di diventare uomo, che per definizione prima del concepimento non esiste e con la morte ritorna a non esistere; se ti fai uomo ed entri nella storia, che è fatta di tempo che scorre inesorabilmente.

Anche se parli d’amore e compi gesti d’amore, come hai fatto Tu.

Dove sono ora i tuoi amati discepoli, i tuoi ciechi guariti, i tuoi sordi sanati, i tuoi lebbrosi purificati, i tuoi morti risuscitati?

Cosa ha insegnato agli adolescenti degli anni 70 e 80 la tragica conclusione di Love story?

Cosa ha trasmesso cantare dal 1977 in poi strofe come “E chissà se prima o poi/Se tu avrai compreso mai/Se ti sei voltata indietro/E chissà se prima o poi/Se ogni tanto penserai/Che io solo resto qui”; o dal 1993: “Chissà se tu mi penserai/Se con i tuoi non parli mai/Se ti nascondi come me/Sfuggi gli sguardi e te ne stai/Rinchiuso in camera e non vuoi/Mangiare/Stringi forte a te il cuscino/Piangi non lo sai/Quanto altre male ti farà la solitudine”?

E le coppie perfette che finiscono a lotte atroci in tribunali sulla pelle dei figli? E le malattie e le calamità che sembrano risucchiare nei loro buchi neri di sofferenza e angoscia proprio l’amore, a volte ancora fresco e tenero come i fiori nuziali o del battesimo, di un giovane matrimonio o di una giovane genitorialità?

Tutto finisce, anche l’amore!

Tutto finisce, anche il potere di chi Ti ha condannato a morte, quel Pilato che nel 36 d. C. scompare dai libri di storia senza lasciare più tracce di lui, richiamato a Roma per un ricorso (e Napoleone, Mussolini, Hitler, Stalin cosa saranno sempre più se non pagine ingiallite di storia?); anche i sotterfugi criminali della casta dei sommi sacerdoti che ti ha ostinatamente voluto crocifisso e che dopo qualche decennio, nel 70 d. C, con la distruzione del Tempio di Gerusalemme sparirà dalla vita del popolo ebraico, lasciandolo senza poter offrire più nulla a Dio.

È finita, Gesù!

Anche se noi come tutti gli anni abbiamo già organizzato i pranzi di Pasqua già per il giorno prima (abbiamo fretta… ci fa paura, troppa paura la morte. Non la sappiamo più nominare!), le uova di cioccolato, gli auguri, le gite e le abbuffate di pasquetta… è finita ognuna di queste cose prima che incominci, perché abbiamo il bisogno già di proiettarci verso l’altra (chi non ha già almeno un paio di idee per il 25 aprile, il primo maggio…?).

Mi manca il respiro se penso che 50 anni fa io non ero nemmeno un sogno di giovane donna che si immaginava mamma e fra 50 anni (o forse già fra un anno, un mese, un giorno) saranno finite tante, troppe realtà che vivo come se ci fossero e dovessero durare per sempre, la mia vita compresa. È questo strazio che ha vissuto tua Madre, questa oppressione che dai polmoni senz’aria come pugno violento giunge allo stomaco fino a diventare macigno sul cuore e in profondità artiglio e flagello che lacera l’anima?

È questo dolore che ha attraversato il cuore del tuo discepolo amato mentre ascoltava i tuoi rantoli sulla croce con i quali dicevi di aver sete? Come il nostro dolore assetato per l’assenza dei nostri nonni, genitori, amici la cui morte ci inquieta, ci rende gli occhi umidi e diventa presenza ingombrante di un vuoto alla bocca dello stomaco? Vuoto inquieto di amori, ancora una volta, spezzati e finiti…

È finita, Gesù!

Ma Tu, ostinato, mentre tutto finisce e si spezza, continui a creare legami d’amore: “Ecco tuo figlio… Ecco tua madre…” (Giovanni 19, 26.27).

Cos’è questo dare speranza ai mortali? Cos’è questo rilanciare la vita, gli affetti, i legami, gli amori a chi non riesce a viverli compiutamente? Perché prolungare ciò che farà soffrire e darà tormento? La tua ostinazione non è malvagità che illude gli uomini? Cosa pensi di compiere così?

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), come i nostri antichi contadini siciliani maestri di giardini colorati di aranci e mandarini e limoni: “Cuncìu lu fruttu!” e ora lo possiamo spaccare e mangiare e godercelo come se fosse una passione d’amore!

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), non: “È finita!”, come se il tuo essere spaccato sulla croce e mangiato nell’Eucarestia sia una passione d’amore che passa dall’albero alla bocca di chi lo mangia.

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), per questo mentre muori ricrei legami d’amore che adesso non saranno più mortali frutti dei limiti umani perché potranno contare sul dono maturo del Tuo Spirito (Giovanni 19, 30).

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), per questo ti fai seppellire in un giardino (Giovanni 19, 41), come seme già “cunciutu” dall’amore e dal perdono per la raccolta.

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), lasciandoci increduli davanti alla gioia che niente finisce davvero se può maturare in Te, passando da inquietudine e dolore a pacificazione e amore, da male a bene.

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), invitandoci a purificare lo sguardo e a vedere non il sepolcro nel giardino, ma il giardino che contiene il sepolcro, non la morte, ma le possibilità nuove che contiene il morire come seme in un giardino.

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), inviandoci come maestra di questa purificazione la Maddalena.

“È compiuto”, Tu dici (Giovanni 19, 30), per sempre, una volta in più di ogni volta del nostro pensare che tutto finisce e del nostro dire che ormai è finita!

giovedì 2 marzo 2023

40 passi... circa! Passo 7

Quando il silenzio di ieri cerca di non trasformarsi in disperazione frustrata e rassegnata, può chiedere aiuto alla prima lettura di oggi:


Ester ci insegna a pregare non per fuggire dalla storia, ma per vivere nella storia affrontando le nostre responsabilità, affidandoci all'Unico che è più forte e più grande di tutta la storia umana. 



mercoledì 1 marzo 2023

40 passi... circa! Passo 6

Shhh...

Idealmente apri le braccia e muto e zitto e silenzioso abbracciali.

Tutti, non solo quelli buoni per le polemiche politiche euro-italiche.

Tutti, bimbi e adulti che non ci sono più perché l'ultima Pasqua non riusciamo a intravederla ancora e la storia umana sembra in piena notte.

E muto e zitto e silenzioso, nell'abbracciarli tutti, naufraghi, terremotati, bombardati, profughi, malati, abbandonati, apri gli occhi e contempla l'orizzonte.

Il buio s'incrina, impercettibilmente.

Grazie al tuo abbraccio, risposta all'Amore che squarcia la notte.

Fatti chiamare ancora, fatti chiamare ora, fatti chiamare sempre.

Chiamami ancora, Amore!

martedì 28 febbraio 2023

40 passi... circa! Passo 5

Vediamo se gli amici del Classico sono d'accordo.


Anechthe (ho traslitterato bene?), oltre che "fu condotto", può essere tradotto con "fu sollevato", come se il deserto fosse in alto, su un monte.
Monte e deserto: luoghi privilegiati per incontrare Dio.
Ma Gesù li raggiunge perché lascia agire lo Spirito: il protagonista della vita cristiana è Lui, lo Spirito Santo.
Per essere chiari, vita cristiana è ciò che dice l'immenso San Paolo ai Galati, per esempio: Cristo che si forma in noi (cfr. Gal 4, 19)*.
Quindi, lo Spirito non può non essere protagonista della nostra Quaresima. Che ne dite se impariamo ad invocarLo?
Può essere utile imparare almeno un verso di questa antica preghiera:

Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.

O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell'anima.

Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.

Sii luce all'intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.

Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.

Luce d'eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore. Amen.**

*Offro una pizza a chi mi dice in quale testo dell'Ac questo verso biblico è usato come titolo.
** Per chi vuole sentirla cantata in gregoriano e in latino: https://youtu.be/HEKuxUOPzk8


lunedì 27 febbraio 2023

domenica 26 febbraio 2023

40 passi... circa! Passo 3

2022-24 febbraio-2023. Un anno di guerra tra russi ed ucraini. Può la nostra Quaresima non diventare un grido di pace? Signore, che sulla croce hai abbattuto l'odio che divide i popolo, donaci la pace, rendici operatori di pace!

http://www.cultura.va/content/cultura/it/organico/cardinale-presidente/texts/famiglia-cristiana-articoli0/il-muro-dell-odio-abbattuto.html

sabato 25 febbraio 2023

40 passi... circa! Passo 2

Questa foto fu fatta di domenica sera e rappresenta una sera di un giorno dopo il sabato di tanti anni fa (https://www.lachiesa.it/bibbia.php?ricerca=citazione&Citazione=Lc+24%2C13-35&Cerca=Cerca&Versione_CEI2008=3 ). A proposito, è il tabernacolo di San Luigi. Al centro si capisce bene chi c'è, ma i due che stanno ricevendo un pezzo di pane direttamente dal Signore potremmo chiamarli con tutti i nostri nomi. Venerdì il loro maestro è morto nel modo peggiore, si sono nascosti e alla fine  hanno deciso di scappare lontano da ogni cosa o persona che ricordasse loro la tragedia di Gesù. Ma Cristo non tradisce: si accosta, cammina con loro, li ascolta, si confronta con le loro ansie e paure e disperazioni... "Resta con noi!", lo invitano alla fine. Resta con noi, Signore, in questo cammino lungo intere settimane. Resta con noi, nel dono del Tuo Corpo e Sangue offerti per noi! https://youtu.be/PUFlAzyWMY4

giovedì 9 febbraio 2023

Di un incontro non previsto e del trasalimento generato

Chissà se vale la pena scomodare Dante e Beatrice, il loro primo e poi secondo incontro, per dire di me, del mio trasalire davanti al tuo primo sguardo di ieri. 

Chissà se ti offendi se ti scrivo qui, scomodando anche Leopardi, che il mio trasalimento è nato dallo scoprir che "beltà splendea/negli occhi tuoi" interroganti e fissi nei miei mentre ti salutavo contento di rivederti, nonostante i miei poveri e limitati occhi umani non riuscissero a veder quanto sei davvero bella.

Chissà se ti senti derisa se ti ripenso su un trono da regina, anche se le regine non hanno troni con due ruote che le tue deboli braccia non possono far avanzare.

Scusami, se ti offendo o ti derido. Ma, giovanissimo scricciolo di donna che, mi pare, la mamma o la nonna hanno chiamato Valentina, tu porti nel nome questa contraddizione: sembri non valere e, invece, sei per noi una valente benedizione.

"Perché?", leggo adesso nei tuoi occhi di stamane.

Perché ci costringi a domandarci per quale motivo non dovremmo fare come gli spartani, ci fai ritrovare all'improvviso, senza sapere come, sul limite della nostra rupe Tarpea, davanti al baratro della nostra coscienza, col cuore che ci batte all'impazzata perché cerca una luce, un lucignolo almeno per intravedere che tu sei uguale a tutti coloro che hanno gambe forti, fisico mozzafiato, occhi stupendi.

Sei tu benedizione di un Dio che in te si fa vicino, mendicante d'amore per riempirci del Suo.

Sei tu farfalla stupenda che come noi vive nel bozzolo della storia per rivelarsi un giorno in tutto il suo splendore e allora noi, che crediamo di tessere chissà quale arazzo con la nostra vita, scopriremo contemplando te e i prediletti del Signore di essere stati solo vecchi ragni incartapecoriti intrappolati nelle loro stesse tele. E solo la Misericordia che ama e siete tutti voi potrà salvarci.

Sei tu che rendi immensi e giganteschi i tuoi genitori, i tuoi nonni, coloro che di te e delle tue sorelle e dei tuoi fratelli si prendono cura, veri protagonisti e vincitori in quella storia che Dio sta scrivendo, raccogliendo anche le briciole di sudore e pazienza e amore che a voi dedicano e sorridendo sornione di tutti i potenti manipolatori delle coscienze umane che accoglieranno la salvezza grazie a te, quando torneranno come bambini. 

Sei tu che puoi renderci umani, consapevoli di essere humus, terra buona se si lascia coltivare, fecondare, aprire al dono.

Grazie, piccola e immensa Valentina!

lunedì 12 dicembre 2022

Che belle, le mie lacrime!

https://youtube.com/clip/UgkxmX74vnydZqdcz4h7RQ7AseVYvgUro0TG

Anche mentre preparo la clip... la prima volta, anni fa, fu pianto a dirotto, la seconda pure, oggi quasi e poco fa, portando avanti e indietro Youtube per tagliare nei punti giusti le scene, anche poco fa mi si sono inumiditi gli occhi mentre incrociano quelli che, nella finzione cinematografica, corrono in fretta verso un figlio cadente.

Sarà che tutti, non solo quando cadiamo, abbiamo bisogno di sentire una voce che ci rassicura: "Sono qua!".

Sarà che inconsciamente quegli occhi sono gli occhi della madre che ci portiamo dentro e le lacrime sono la gratitudine per tutte le sue corse verso di noi, gratitudine che finalmente si esprime libera, presa in contropiede dal gioco d'immedesimazione che un film porta con sé.

Sarà... ma cosa c'è di più bello di quando allunghi una mano (fisica o meno) alla cieca e davvero qualcuno te la stringe dicendoti: "Sono qua io"?

Un genitore, se potesse, non farebbe di tutto per essere sempre, anche dopo la sua morte, quella mano e quella voce per i suoi figli?

Maria è quella Madre che non vediamo e che è sempre lì a prenderci per mano e a rassicurarci della sua presenza, anche se significa correre col cuore in subbuglio come per Gesù. Gesù è quel Figlio che non vediamo e che tiene per mano tutti gli altri figli suoi fratelli, anche se significa soffrire e morire con loro.

Un genitore non farebbe di tutto per affidare i suoi figli a questa Madre e a questo fratello maggiore?

martedì 23 agosto 2022

“De-linquente!”, sbottò il coro delle re-liquie

La nonnina, appoggiandosi passo dopo passo sul suo bastone, con fiducia si avvicinava alle strisce bianche pensando di attraversar la strada senza problemi. Teneva nella mano libera un piccolo sacchetto con dentro quel che bastava per il suo pranzo quotidiano; per la spesa grossa, quella che serviva per la domenica, per far mangiare nipoti e figli con relativi coniugi, ci pensava suo genero. “Devo ricordarmi che lunedì prossimo amm’a fari u cino e mi devo fare comprare…”: ormai è lontana tre passi dal marciapiede e chiaramente intenzionata ad attraversare la strada, ma il flusso dei suoi pensieri viene letteralmente travolto da un auto (citycar, crossover, berlina, blu… e chi ne capisce più?) guidata da un o un’irriconoscibile autista che si merita, col bastone alzato e il vigore inesauribile di chi ancora impasta chilometri e chilometri di scaccia rausana, di essere rimproverato a gran voce: «DE-LINQUENTE!».


Ora, sperando di non essere fuori strada, mi viene in mente che il De-Linquente è chi, nel legame tra persone che vivono insieme (in un condominio, in un quartiere, in una città, per pochi secondi su un tratto di strada con le strisce bianche), svuota questo legame fatto di fiducia reciproca e abbandona il voler meritare la fiducia degli altri, facendo di testa sua. Se mi permetto di non rispettare le strisce bianche, il semaforo rosso, i giorni di raccolta differenziata… non solo ho tralasciato di osservare delle leggi civili e amministrative, ma ho svuotato il legame che ci accomuna e che ci fa fidare gli uni degli altri in quanto dal mio rispetto della legge nasce la sicurezza per tutti e viceversa.


Domani porteremo la Re-Liquia relativa a san Giovanni Battista nella Residenza per Anziani Villa San Giorgio di via Falcone e nella Casa di Riposo Beata Maria Schininà di via Madre Teresa di Calcutta. San Giovanni Battista non è un De-Linquente per noi, ma per qualcuno lo fu (finì prima in carcere, poi decapitato). Tradiva la “fiducia” di chi pensava di poter fare quello che voleva senza nessuno a ricordare il volere di Dio.


Nei potenti ha lasciato vuoto, nei giusti e nei credenti in Gesù ha lasciato il suo essere segno indicatore verso mete difficili, la giustizia terrena e il Regno di Dio.


Se il De-Linquente si fermasse alle strisce bianche, pagasse le tasse, deponesse le armi delle rapine e degli omicidi, diventerebbe anche lui Re-Liquia: ciò che resta, un segno concreto che è possibile perdere se stessi, ma rafforzare la fiducia che insieme si può vivere, gli uni per gli altri.


I documenti della storia ci assicurano che quel frammento di ossa di un braccio umano ha a che fare, in qualche modo che solo le memorie fragili che accompagnano fatti e luoghi lontani possono spiegare, con la storia concreta di san Giovanni. Allora, amici credenti, rispettiamo il segno come tale e non fermiamo lo sguardo ad esso, alziamo i nostri occhi a Gesù, che è indicato da quel segno, e camminiamo con Lui e verso Lui presente negli ultimi.


La reliquia del braccio di san Giovanni vi aspetta domani pomeriggio 24 agosto dalle ore 15 tra gli anziani di via Madre Teresa di Calcutta: venerate il segno, se volete, ma poi, con un sorriso, una stretta di mano, una chiacchierata… sollevatevi ad amare Gesù in chi è debole, malato, sull’ultimo tratto del cammino verso l’eternità.